Cose che opprimono il cuore

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Caro amico mio,

ci sto prendendo gusto a scrivere lettere, anche se così non hanno lo stesso gusto di quando scrivo con la mia calligrafia storta sulla carta.

Ma d’altro canto se l’inchiostro la sporca, è per scrivere d’amore.

E stasera non ci riesco.

Sai, credo che senza volerlo ti consideri il mio miglior amico ed io non appioppo mai etichette a nessuno. Ma credo sia il più bello “status” del mondo.

Chi se non lui, è uguale a te in qualche modo e gli dici tutto. Qualunque cosa gli passi per la testa.

Io te le dico sempre male… quelle rare volte che riusciamo a vederci.

Te le dico tutte a cazzo di cane. Una marmaglia di pensieri alla rinfusa che mi escono fuori e non dicono bene ciò che vorrei.

Allora tu ci butti una battuta scema e ridiamo oppure ne discutiamo e tu mi ascolti, così. Senza giudicarmi.

Forse per questo ti classifico (oh, che brutta parola) così.

Hai il potere di non giudicare le persone, tutto quello che ti dicono, anche le cose più assurde del mondo le ascolti e non è che poi mi dai chissà quale consiglio, semplicemente ci sei. Ed un minuto dopo si parla d’altro e mi guardi sempre allo stesso modo, sono sempre la solita Mary e basta.

Non cambia nulla.

Ora me ne sto qui rintanata tra me e me e sento questo senso di oppressione che mi fa male.

E tu sai di cosa parlo, sai perché lo sento.

Come se per un attimo nel quale ti concedi di essere felice, qualcuno ti aprisse il petto e ti stritolasse per bene tutto quello che c’è all’interno.

Ti sei forse dimenticata di me?

Ma io torno a ricordarti che se oggi sono così, è anche colpa tua.

Come se io fossi la risposta giusta, la nota che serviva in uno spartito per non far stonare più la melodia.

Ed invece mi sento quella nota fuori posto che non c’entra niente con le altre.

Lo sai che non mi dispiace esserlo, mi disturba sentirmi così in quel determinato contesto.

Forse il fatto è che quando vai avanti per la tua strada, quello che lasci indietro non riesci più nemmeno a focalizzarlo ed io non sono il tipo da viale dei ricordi.

Si, ogni tanto ne tiro fuori qualcuno… ci rido sopra. Ma poi devono tornarsene lì senza dare disturbo. Devono lasciarmi in pace nel mio presente, nel futuro che inseguo. Nelle cose nuove che s’intrecciano.

Solo che non è un problema di ricordi questo.

Il fatto è che quando faccio una promessa, la devo mantenere altrimenti non la pronuncio nemmeno…

Credo che non ci pensiamo affatto nel momento in cui le formuliamo.

Partiamo in quarta, sicuri di farcela. Sicuri che niente potrà scheggiarla, scalfirla, spezzarla.

Invece si trasforma nel masso che grava dentro di te ogni volta che si presenta con fiducia e speranza. Tu sai che vorresti metterti ad inveire contro, ad urlarle in faccia tutta la tua rabbia. Anche se quella rabbia e quel dolore si sono sciolti come neve al sole.

Semplicemente per ricordargli che anche tu hai carne ed emozioni, hai desideri, sogni, hai tanto altro.

Hai qualcosa che non hai mai chiesto ma che inaspettatamente te lo fa battere quel pezzo di marmo che c’hai incastrato tra le costole, che ti ripiglia quando i demoni ti accerchiano e ti abbraccia.

E non lo sa nemmeno.

E ti fa paura tutto questo perché sei abituata a cavartela da sola comunque vada e pensi che forse andrà male, che le aspettative e quello che stai mettendo in gioco, verrà frantumato in un milione di malinconici coriandoli.

Nonostante questo domani ti sveglieresti lo stesso e ricominceresti a vivere con lo sguardo triste ed un sorriso stampato in faccia ma lo faresti.

Che paradosso, eh.

So che non leggerai le mie deliranti parole… tu sei lontano ad inseguire i tuoi di sogni ed io sono strafelice per te, davvero. Spero davvero che vada tutto bene.

Ho visto anche per sbaglio quella ragazza, è bella. Davvero bella.

Sei uno stronzo, riesci sempre a trovarti delle bellissime ragazze da tenerti strette.

E sembra avere un bel caratterino. Di quelli forti, combattivi.

Però deve pure amarti sul serio ed essere così dolce da farti dimenticare qualunque altra cosa.

Non fare casini, tienila stretta. Non fare l’idiota come al tuo solito, rovinando tutto.

Lo so che siamo fatti in uno strano modo ma oggi ti dico che comunque vada meritiamo di essere felici, di avere di meglio e se le cose poi non andranno come speriamo, avremo avuto finalmente l’occasione di buttarci senza paracadute e sentire che il terreno era morbido.

Stronzate, già. Quello schianto farà male, forse malissimo, sarà una cicatrice invisibile ma in più sul nostro corpo però ci sentiremo liberi.

Per una volta.

Liberi di aver fatto il nostro meglio, sbagliando certo. Ma avendolo fatto. Liberi di dire che questa volta non è stata come nessun’altra e forse, la prossima, andrà bene.

O magari sarà fantastico stavolta.

Io… questo non lo so, non saprei proprio dirlo.

Ma d’altronde per me è diverso.

Voi sembrate essere insieme due parti complementari, non lo so. Magari stavolta è quella giusta.

In quanto a me boh.

Più che le farfalle nello stomaco mi sento l’uragano.

Va bene. Va uno schifo. Ci resto male. Rido a crepapelle. Il cuore fa le capriole. Sento il desiderio di lasciarmi andare. Lo faccio. Poi mi sento un’idiota. Altre sorrido e sto bene.

E poi si ricomincia. In un loop giornaliero privo di sequenza.

Misto ai casini della vita giornaliera, al cercare di farsi in quattro. Alle preoccupazioni. Alle sporadiche soddisfazioni.

Se qualcuno me lo chiedesse io non lo so come mi sento.

Però mi sento e non succedeva da tempo.

Come al solito vorrei scrivere un miliardo di pensieri ancora però poi mi distraggo e perdo il filo. Torna la calma.

Forse stasera riesco a contrastare la mia insonnia.

Sarebbe bellissimo riuscire a riposare un po’ di più stanotte o, soprattutto, in maniera decente.

Vado a guardare qualcosina, fumo un po’, metto a riposare i pensieri.

Ci sentiamo presto, mio caro amico.

Non qui, di persona.

Magari ci vediamo anche presto.

Ne avrei proprio voglia, di parlare con te. Di sapere di lei. Di te. Lo studio. La vita. E tutto il resto. Il solito. Di quella volta l’anno in cui io non mi faccio mai sentire ma tu continui ad esserci sempre.

Scusa se sono un casino ma ci conosciamo da una vita.

E so che mi vuoi bene così.

Stammi bene, mi raccomando.

Prenditi cura di te e anche della tua bellissima pelosetta.

Avevo dimenticato di lei… sta bene? Spero sia andato tutto bene con quel casino di cui mi avevi parlato.

A presto.

Con tanto bene,

La tua strana bizzarra e poco normale amica Mary.

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