Crackers all’acqua con cipolle rosse e dragoncello

Il dragoncello, conosciuto anche come estragone, è una pianta perenne ovvero vive più di due anni rispetto a quelle annuali o biennali e cresce spontaneamente sia in Russia che in Siberia.

Qui in Italia si tende a coltivarla, è raro che si sviluppi in maniera naturale.

Descrizione

Il dragoncello si presenta con un colore verde-giallo e può raggiungere fino al metro di altezza.

Le foglie sono lunghe, affusolate e appuntite, di un verde scuro brillante. Nella parte inferiore della pianta sono presenti delle ghiandole oleose responsabili del gusto lievemente piccante.

I fiori sono piccoli e gialli, riuniti in inflorescenze che somigliano molto a delle pannocchie.

Sono meno saporiti ma commestibili e spesso costituiscono un ottimo ingrediente da impiegare nelle insalate.

Proprietà e benefici

Come molte altre piante anche il dragoncello rientra in quella categoria dalle svariate virtù, andiamo a vederne qualcuna.

La lista dei pro è piuttosto lunga ma noi ci fermiamo qui onde evitare di scrivere un trattato di botanica!  

Utilizzo in cucina

Il dragoncello rientra nella categoria delle spezie ed è molto versatile.

Si può abbinare a piatti a base di carne, pesce o uova, per condire delle insalate o per preparare delle salse (tra quelle più note abbiamo la tartara e la bernese).

Le foglie invece, che sono ricche di sali minerali nonché di vitamine A e C, vengono utilizzate anche per la preparazione di tisane e infusi.

Un’altra particolarità è quella di mantenere intatto il suo aroma in cottura e rendere più digeribili le pietanze.

Attenzione!

Il gusto di questa pianta è piuttosto deciso, un po’ pungente e con una nota piccantina.

Il suo sapore non accontenta ogni tipo di palato… fate una piccola prova d’assaggio prima di buttarvi! 

Extra

Sull’origine del nome esistono varie ipotesi.

Nel Medioevo veniva utilizzato come rimedio naturale contro i morsi di serpente, definiti spesso “draghi”.

Un’altra teoria è quella che la forma delle radici e dell’arbusto ricordano quelle di un groviglio di rettili o di un drago.

Infine per alcuni viene attribuito, più semplicemente, al fatto che sia piccante e molto saporito.

La conoscenza del dragoncello si conclude qui e io ne approfitto un attimo per un’info di servizio da prendere al volo! 

Sono venuta a conoscenza di un progetto chiamato #wildapril dedicato interamente al mondo dei fiori e delle erbe selvatiche organizzato da StagioniAMO, al quale, come potete notare, ho preso parte anche io.

Se l’idea vi stuzzica è aperto a chiunque abbia voglia di contribuire e farlo crescere.

Avete tempo fino al 6 maggio!

Per qualsiasi dubbio qui sotto trovate il link:

https://www.facebook.com/notes/stagioniamo/hai-mai-mangiato-un-fiore-/849212648538856

Eh, niente. Se anche da voi è arrivata l’estate con largo anticipo, buon bagno a mare e alla prossima!

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

PREPARAZIONE

In una terrina mescolate la farina con il sale e il pepe.

Unite anche la cipolla tagliata a julienne, il dragoncello tritato, l’olio e gradualmente anche l’acqua (potrebbe non servire tutta).

Lavorate brevemente l’impasto.

Avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per almeno mezz’ora.

Trascorso questo tempo infarinate il vostro piano di lavoro e tirate la pasta in una sfoglia  sottile.

Ritagliate dei rettangoli con una rotella zigrinata, inumiditeli da un lato con un goccio d’acqua e aggiungete qualche pizzico di sale (questo passaggio è facoltativo).

Infornate a 180° per circa 12 – 15 minuti.

Note aggiuntive

Per la copertura potete aggiungere dei semi di lino, di papavero, di sesamo, di chia oppure erbe aromatiche a piacimento.