Danubio dolce

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La storia di questo dolce di origini austriache (chiamato “ buchteln “) ha inizio negli ultimi decenni dell’800 in un borgo calabrese sui monti alle spalle di Vibo Valentia, chiamato Dasà.

Proprio lì esiste una modesta pasticceria nella quale c’è molto lavoro soprattutto in occasione di matrimoni e feste e la titolare è Rosa Scaturchio, la primogenita di una famiglia numerosa (ha nove fratelli, tra cui Francesco e Pasquale che lavorano con lei come pasticcieri).

Tuttavia il tempo passa e i due fratelli hanno un grande potenziale che purtroppo non possono esprimere a pieno poiché vivono in un paesino con pochi abitanti.

Così verso la fine dell’800 decidono di trasferirsi a Napoli e nel 1903 Pasquale acquisisce una pasticceria (che ancora oggi esiste ed è gestita dai figli) mentre Francesco acquista uno spazio che diventerà a sua volta una pasticceria e una fabbrica di cioccolato e in seguito prenderà parte a questi progetti lavorativi anche la sorella.

Per altro pensate che all’epoca tutte le preparazioni erano fatte a mano senza l’aiuto di alcun macchinario.

Pochi anni dopo si trasferisce anche Giovanni, il più giovane della famiglia Scaturchio. Anche lui impara l’arte della pasticceria e con il passare del tempo diventa un professionista del settore.

Sfortunatamente a causa della guerra dovrà partire per il fronte dal quale però, torna vivo e sposato con Katharina Persolija di origine salisburghese. I due coniugi vivono in Slovenia, dove per altro nascerà la loro prima bambina.

Finita la guerra, ritorna a Napoli con la moglie e poco tempo dopo apre una sua attività nella quale Katharina darà una grande mano d’aiuto.

Negli anni 20 Giovanni decide che la mossa vivente sia arricchire il proprio repertorio proponendo ai suoi clienti sia specialità napoletane che asburgiche e così diventeranno molto celebri le sfogliatelle, i babà, le pastiere, gli strudel di mele e di noci, la Sacher e i Buchteln (o Wuchteln), il cui nome molto ” esotico ” verrà italianizzato in brioscina dolce del Danubio composta, appunto, da piccoli bocconcini di pan brioche lievitati ripieni di marmellata e crema pasticciera.

Io mi fermo qui ma la storia prosegue tra tanto lavoro e soddisfazioni e un periodo davvero buio avvenuto moltissimo tempo dopo.

Se volete saperne di più, vi lascio qui sotto un link su questa storica pasticceria che ha portato questo famoso dolce.

http://www.dissapore.com/mangiare-fuori/oltre-il-fallimento-la-vera-storia-della-pasticceria-

 

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INGREDIENTI (PER 8 PERSONE):

  • 250 gr di farina 00
  • 250 gr di farina manitoba
  • 2 uova
  • 100 gr di zucchero
  • 80 gr di burro
  • 100 ml di latte
  • 10 gr di lievito di birra fresco
  • 1 pizzico di sale

PER FARCIRE:

  • 150 gr di marmellata alle ciliegie

PREPARAZIONE:

Sciogliete il lievito e 2 cucchiai di zucchero nel latte tiepido.

Setacciate le farine e versatele in una terrina, aggiungete anche le uova, lo zucchero rimasto e un pizzico di sale.

Lavorate brevemente per far assorbire i vari ingredienti, poi unite il latte con il lievito e impastate il composto per almeno 10 minuti, ottenendo un impasto liscio ed elastico.

Lasciate lievitare per circa 3 ore in un luogo asciutto.

Riprendete il panetto e stendetelo con un mattarello formando un rettangolo largo e abbastanza spesso, ricavate 10 pezzi e farcite al centro con un cucchiaino di marmellata.

Sigillate bene e formate delle palline.

Foderate una teglia rotonda a cerniera di circa 26 – 28 cm di diametro con della carta forno, disponete le palline a cerchio e fate lievitare per un’altra ora.

Trascorso il tempo previsto, spennellate la superficie del danubio con un pò di latte.

Infornate a 180° per circa 30 minuti.

Sfornate, lasciate raffreddare e spolverizzate con dello zucchero a velo.

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