Fagioli all’abruzzese con zucca

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Pensai che stavolta sarebbe stato molto più semplice.

Sbagliato Jake, dovresti proprio smettere di dare cose per scontate. Non impari mai.

Avevo intuito che in ognuno di quei luoghi era racchiuso qualcosa che mi avrebbe inevitabilmente ricondotto a te, come un percorso contrassegnato da una linea invisibile sulla mappa della mia mente.

Attraversai la seconda stanza e riconobbi subito ciò che si celava al suo interno.

Le tele dei più grandi esponenti della pittura erano disposti l’uno accanto all’altro, come quelle mostre d’arte alle quali Bleenis ovviamente voleva andare a tutti i costi.

Non gliene sfuggiva una. Se non l’avessi conosciuta così bene mi sarei chiesto se al mondo esisteva qualcosa che non stuzzicasse la sua curiosità.

Ogni dipinto sembrava avere vita propria, si muoveva mostrando le sensazioni imprigionate dal loro creatore.

Riuscii a fare giusto un passo prima di veder precipitare un enorme tappeto rosso proprio davanti ai miei piedi.

Iniziò a srotolarsi in totale autonomia e dopo quello che avevo passato non riuscivo più a stupirmi degli insoliti fenomeni che continuavano a verificarsi.

Poco dopo sentii qualcuno avvicinarsi.

Era un uomo alto e distinto, con grandi occhi sporgenti e il viso incorniciato da lunghi e pronunciati baffi. Mi sembrava un volto familiare.

Ma certo, quello era Salvador Dalì!

Artista noto soprattutto per essere stato uno dei maggiori esponenti del movimento surrealista.

L’ultima volta che avevo trascorso del tempo con Bleenis o meglio l’ultima volta che eravamo stati da qualche parte senza la presenza di Noel, il ragazzo dei suoi sogni.

Non riuscivo a capire se fosse la tensione o se avessi perso completamente il lume della ragione perché riuscii a malapena a trattenere una fragorosa risata e non riuscii nemmeno a capire se lui si accorse di qualcosa o se non gli importava affatto di me.

D’altra parte si trattava soltanto di una mia proiezione.

Perché mi sarei dovuto preoccupare di una qualunque reazione?

Qui però riuscire ad essere razionali sembrava quasi impossibile.

«Ti stavo aspettando. Vieni da questa parte.», disse rivolgendomi uno sguardo distaccato e al contempo penetrante.

Certo che sono tutti molto cordiali da queste parti, pensai sarcastico.

Camminammo a lungo, fino a raggiungere una serie di scalini in discesa che sembravano infiniti.

Ebbi quest’impressione finché non mi avvicinai un po’ e notai che si diramavano in altri altre direzioni, tutte diverse. C’erano persino dei segnali che, supponevo, indicassero il percorso corretto da seguire.

«Segui la via, ma tieni bene a mente una cosa: nulla è mai come sembra. Lo sguardo dello stolto si affida al caso, quello del saggio ascolta attentamente il suo istinto prima di agire.»

Non capii esattamente cosa volesse dire.

Tuttavia prima di di poter aprire bocca lui svanì nel nulla.

(Map of the mind – Part VIII)

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

  • 250 gr di fagioli borlotti
  • 2 spicchi d’aglio
  • 300 gr di passata di pomodoro
  • 1 rametto di rosmarino
  • qualche pizzico di peperoncino in polvere
  • sale e pepe nero q.b.

PREPARAZIONE

Mondate la zucca, tagliatela a fette e cuocetela in forno caldo a 180° per circa 50 – 60 minuti o finché la polpa non risulterà asciutta.

Lasciatela asciugare per una notte in uno scolapasta e mettete in ammollo i fagioli con un pizzico di bicarbonato.

La mattina seguente sciacquate i legumi, cuoceteli in acqua bollente o lessateli nella pentola a pressione, in tal caso bastano circa 20 minuti dal primo sfiatamento.

Quasi verso fine cottura aggiungete il sale.

A questo punto versate in una casseruola un cucchiaio d’olio nei quali lascerete imbiondire gli spicchi d’aglio.

Aggiungete il rosmarino e poi la zucca.

Una volta cotti unite i fagioli.

Regolate di sale e pepe.

Ultimate la zuppa con una spolverata di peperoncino e un filo d’olio d’oliva. 

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