Ghoriba

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Ricordi. Che strana parola.

Diventa un verbo quando con un sorriso raccogli un’esperienza vissuta insieme, diventa un bagaglio di un passato recente o lontano. Tenero o un pò doloroso.

Scientificamente il nostro cervello immagazzina e registra delle informazioni che riceviamo anche attraverso i nostri sensi. Un odore, la vista di una foto, un sapore familiare… un enorme magazzino della memoria situato nell’ippocampo e nella corteccia entorinale che lo circonda.

Emotivamente si tratta di tutto ciò che in qualche modo ci ha resi soltanto ” noi “.

A volte riescono ad essere persino subdoli, i ricordi, si annidano ben nascosti da qualche parte e spuntano fuori quando meno te lo aspetti.

Anche se non era il momento giusto, dovevano aspettare o forse sparire proprio.

E poi ci sono quelli assolutamente indimenticabili, sono talmente belli che ti riprometti di rivivere quell’esperienza… ma si, almeno un’altra volta, forse 2 o 3.

Quelli nostalgici. Ricordi delicati, ci catturano sempre impreparati.

Se qualcosa ci manca è perché non possiamo più sentirla e per qualche buffa ragione siamo convinti che non potrà mai esistere qualcosa di simile o addirittura migliore. O solo diversa.

Un’altra vita, altre istantanee fatte di ricordi.

Come dimenticare quelli ” segreti “. Frammenti che non abbiamo mai svelato a nessuno.

Gelosi di quel ricordo non vogliamo renderlo povero quando si tramuta in parola.

Se poi non ne andiamo fieri cerchiamo di seppellirlo il più a fondo possibile.

Così non potrà più ronzarti intorno ma t’insegnerà qualcosa, lascia un segno indelebile.

” Cos’è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre? ” diceva Woody Allen.

Ma in fondo si tratta semplicemente di emozioni catturate in una piccola bolla.

Milioni di piccole bolle.

A volte sono la cosa migliore che potesse mai capitarci, altre volte malediciamo quell’istante.

Ricordi, una strana trovata della nostra mente.

Pezzi di noi che lasciamo strada facendo o che ci vengono donati.

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” Ma il ricordo, miei signori, è come un vecchio amico che non vedi da tempo. All’improvviso ti viene a trovare e tu, a disagio, resti senza parole.

(cit.)

 

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INGREDIENTI (PER CIRCA 20 BISCOTTI):

  • 400 gr di semola rimacinata di grano duro
  • 2 uova
  • 40 gr di burro
  • 190 gr di zucchero a velo
  • 50 ml di olio di semi
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci vanigliato
  • 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 1 pizzico di sale

PREPARAZIONE:

Montate le uova con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto chiaro e gonfio.

Sciogliete il burro e l’olio insieme, mescolate e lasciate intiepidire.

In una terrina versate la semola, il lievito ed il sale setacciati. Aggiungete anche il burro con l’olio a filo e l’essenza di vaniglia, lavorate brevemente il composto quindi mettete in frigo a riposare per circa 1 ora.

Trascorso questo tempo riprendete l’impasto e prelevate delle piccole porzioni d’impasto grandi come una noce formando delle palline, per poi appiattirle leggermente.

Cuocete a 170° per circa 15 – 20 minuti fino a che non si formeranno delle crepe sulla superficie dei biscotti.

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