Il Panone bolognese

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Bisogna dirlo subito che il Panone bolognese è uno di quei dolci che se non t’ammazza, ti consente di accedere all’immortalità!

Ora metto via il mio sarcasmo spicciolo per fare il punto della situazione.

Ultimamente l’argomento cibo continua ad avere il monopolio assoluto ma dopo Natale mi dedicherò al cambiamento della baracca.

Si parlerà di molte altre cose (come ho sempre fatto) ma in maniera distinta e separata in modo da creare un po’ di ordine tra le mille cose che mi frullano giornalmente in testa.

Detto questo, occupiamoci del dolce di oggi.

Secondo la tradizione la forma è quadrata o rettangolare ed è una preparazione tipica delle festività natalizie.

Ha origini antiche e “nasce” nel comune di Molinella, un tempo veniva considerato un prodotto povero e molto semplice. Infatti per prepararlo bastavano pochi ed essenziali ingredienti.

Come ogni ricetta che si rispetti, nel corso del tempo l’impasto si è arricchito di numerosi ingredienti aggiuntivi tra cui il cioccolato, la marmellata e l’abbondante presenza di uva sultanina.

Considerato un parente stretto di un altro dolce tipico di Bologna, il Certosino, si differenzia sostanzialmente nell’utilizzo delle spezie, che sono sempre presenti ma in minore quantità!

L’unica nota distintiva è il divieto assoluto di metterlo in frigo o di tenerlo in luoghi particolarmente caldi per evitare il rischio di alterare i sapori.

Inserito nel Registro De.Co. (Denominazione Comunale di Origine), ci tiene a sottolineare la tradizione e il legame con la località da cui proviene.

Merita qualche accenno anche la mostarda bolognese.

Si tratta di una confettura a base di prugne, mele cotogne ed altra frutta (può variare da ricetta a ricetta) e il sapore in genere è asprigno.

Unico elemento essenziale è la pazienza.

Se siete degli fedeli sostenitori del “fatto in casa” e volete un risultato perfetto, serviranno almeno 3 giorni di lavoro.

Avendo una consistenza molto compatta dovrete fare cotture brevi, a fuoco lento, alternandole a lunghi tempi di riposo.

PS: nonostante il nome possa trarre in inganno, la mostarda bolognese non presenta alcuna traccia di senape!

Quella che vi propongo è la ricetta originale con l’aggiunta di qualche ingrediente in più.

INGREDIENTI (PER 6 PERSONE):

  • 500 gr di farina 0
  • 1 uovo
  • 250 gr di zucchero
  • 100 gr di miele millefiori
  • 150 gr di mostarda bolognese
  • 350 ml di latte
  • 30 gr di cacao amaro
  • 200 gr di uva sultanina
  • 100 gr di cioccolato fondente
  • 200 gr di mandorle
  • 50 gr di pinoli
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 30 ml di vino bianco
  • 20 ml di alchermes (facoltativo, in caso utilizzate 50 ml di vino bianco)
  • 125 gr di frutta candita (un mix di cedro, arance e ciliegie rosse oppure 50 gr di scorza d’arancia candita + 50 gr di scorza di cedro candito)

PER GUARNIRE:

  • mandorle intere q.b.
  • ciliegie rosse candite (anche verdi, se volete)
  • scorza di arancia e cedro candito

PREPARAZIONE:

Mettete l’uva sultanina in ammollo in acqua tiepida per una mezz’oretta.

Riunite in una terrina la farina, il cacao amaro e lo zucchero.

Iniziate a miscelare gli ingredienti secchi e unite man mano anche tutti gli altri (non c’è un ordine preciso da seguire, a parte tagliare la frutta candita a cubetti).

Mescolate a lungo l’impasto con un cucchiaio di legno perché aromi, frutta e cioccolato dovranno risultare distribuiti equamente in ogni anfratto del dolce.

Coprite il contenitore con un canovaccio pulito e lasciate riposare a temperatura ambiente per un paio d’ore (fino ad un massimo di 24 h, in modo da far legare tra loro tutti i sapori).

Imburrate ed infarinate uno stampo o rivestitelo di carta forno e versatevi il composto.

Decorate a piacere con le mandorle (che volendo potete prelevare dai 200 gr previsti nella ricetta) e la frutta candita.

Infornate a 180° per circa 50 – 60 minuti.

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