La leggenda del liquore Strega

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In molti lo conoscono, in pochi ne apprezzano il sapore estremamente avvolgente.

Diamo un caloroso benvenuto al liquore Strega.

*Seguono calorosi applausi da parte del pubblico.*

Bene, bene. Mettetevi pure comodi. Oggi racconteremo un’antica storia alcolica che potrebbe lasciarvi pure un po’ alticci!

Liquore Strega

“Il primo sorso affascina, il secondo Strega”. Le parole della sorridente attrice jugoslava – all’interno di uno dei primi spot pubblicitari della nota azienda – suonavano quasi come una grande promessa, e in effetti non avevano tutti i torti.

Una (quasi) breve presentazione

Il liquore Strega nasce a Benevento, nel 1860, per virtù di Giuseppe Alberti, un abile commerciante che decide di fondare un laboratorio di produzione con annesso punto vendita.

Nella famiglia di Alberti però la ricetta della bevanda alcolica viene tramandata da diverse generazioni e, ad oggi, non è ancora stata svelata a nessun’altro… dipendenti dell’azienda a parte!

Di sicurezze sul distillato dalla tonalità giallo brillante ne abbiamo ben poche (ma tutto sommato buone): si tratta di un prodotto naturale contenente circa 70 erbe e spezie importate da tout le monde. 

spezie Strega

Tra queste compare l’Iride Fiorentino, il ginepro dell’Appennino italiano,la cannella di Ceylon, il finocchio, la menta del Sannio e un’erba che pare crescere lungo le sponde del fiume Sabato (scorre lungo le province di Avellino e di Benevento), di cui non conosciamo né il nome né, tantomeno, le proprietà.

Il suo caratteristico colore giallo, invece, è dato dalla presenza dello zafferano.

Inoltre il liquore Strega viene riposto in botti di legno di rovere o di frassino, il periodo di stagionatura dura sei mesi (prima di essere imbottigliato e spedito un po’ ovunque) e ha una gradazione alcolica di 40% vol.

Tralasciando i canonici prodotti dolciari da “scarta e mangia” – non ne vogliano gli Alberti se son fatta un po’ così – con il nostro fantasmagorico alcolico possiamo aromatizzare di tutto: creme, cremine, unguenti di bellezza (in questo caso scherzo, eh) e dolci di vario genere. Può diventare persino una bagna per il pan di Spagna e, perché no, anche l’elemento aromatico di alcune tipologie di confettura.

In versione “bevanda” diventa un digestivo, si può sorseggiare liscio, ghiacciato oppure si trasforma nell’ingrediente di un cocktail.

Il gusto è dolce, marcato e pungente allo stesso tempo.

La leggenda 

Nel IV secolo a.C. si diffonde la culto di Cibele – conosciuto soprattutto grazie ai poemi di Ovidio – che interseca la sua narrazione a quella degli oscuri riti dei Longobardi, conquistadores devoti a Wotan, considerato il padre degli dei.

L’attenzione si focalizza soprattutto sui misteriosi accadimenti avvenuti lontano dalla città.

Secondo la leggenda le streghe di Benevento, o Janare, la notte si riunivano intorno a un massiccio albero di noce, nei pressi del fiume Sabato, per invocare il demonio, il quale assumeva le sembianze di un cane o di un caprone.

streghe di Benevento

In occasione dei sabba (i convegni delle streghe) si compivano sortilegi, pratiche orgiastiche e riti diabolici; pare anche che venisse messa della pelle di caprone sull’albero, si dovesse colpirla con delle frecce e infine banchettare con essa.

Ognuna di queste donne “stregate” possedeva il proprio Martinello, un demone custode incaricato di spalmare un unguento sul loro corpo prima di dare inizio alle orge notturne.

Come potrete ben immaginare, la Chiesa non vide di buon occhio queste credenze popolari, decise di far abbattere il noce e, per volere di San Barbato, iniziò una vera e propria caccia alle streghe.

Bisogna aggiungere che intorno al culto della Janara ci sarebbe molto altro da dire, ma in questo caso ci focalizziamo su un argomento soltanto.

Secondo alcuni le leggende folkloristiche hanno ispirato Alberti nella realizzazione della sua celeberrima pozione magica.

Potremmo pure definirlo una sorta di tributo all’antico popolo sannita.

Curiosità mignon

Avete presente il prestigioso Premio Strega… beh, indovinate un po’?

Nacque nel 1947 per volere di Guido Alberti – allora proprietario dell’azienda – insieme all’aiuto della scrittrice e traduttrice Maria Bellonci e suo marito Goffredo.

Il liquore Strega viene menzionato anche nell’ambito musicale, cinematografico e letterario.

In questo caso però lascio fare a Wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Liquore_Strega#Riferimenti_nel_cinema,_nella_musica_e_nella_letteratura

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2 Risposte a “La leggenda del liquore Strega”

  1. Bel pezzo, ho avuto il piacere di visitare la fabbrica per lavoro e capire il processo produttivo, segreti a parti.

  2. Grazie per l’apprezzamento.
    Comunque pur non avendone mai avuto l’occasione (non di presenza almeno), credo che conoscere un prodotto fin dalle sue “fondamenta” sia un aspetto tanto sottovalutato quanto importante e, tutto sommato, pure abbastanza affascinante da vedere!

I commenti sono chiusi.