La strana orrorifica storia di un giorno scorretto

Facebooktwitterpinteresttumblr

Dentro i confini di una galassia lontana, incommensurabilmente lontana lontana, talmente lontana dal tempo da far tremare anche la più temeraria delle immaginazioni al cospetto del suo ghigno malefico, esiste una piccola cittadina colonizzata da misteriose creature.

Narratore e narratrice, perché volete raccontarci una storia tanto putrescente e lontana da mettere in scena non soltanto l’atto primo dei nostri peggiori incubi? Direte voi.

Perché la paura è anche fascinazione, è varcare la linea gialla e percorrerla fino in fondo, è lasciarsi attrarre dalle luci spietate di un treno che ti abbaglierà e poi ti travolgerà per l’eternità.

Perché se hai paura, allora senti di essere vivo. La paura coincide con il coraggio.

È più probabile però che vogliano soltanto depistare, confondere le idee, giocare con la vostra mente e trasportarvi in un mondo, a tratti certo, un po’ sadico, ma allo stesso modo leggero, vivace e divertente.

In fondo l’immaginazione non è un luogo oscuro, è l’inizio di ogni cosa.

Fatte le dovute premesse del caso, permettetemi di presentarvi i personaggi di questa fittissima trama.

Alzate il sipario!

Ehm… Orazio?

Dove cazzo è finito Orazio? È mai possibile che bisogna fare tutto da soli qui?!? Non si può pretendere di spaventare la gente se poi ci trasformiamo in uno stramaledetto circo! E poi non mi pagano abbastanza per fare pure il pagliaccio.

Capo?

Orazio, alla buonora, eh?

Che succede, Orazio?

Il microfono era acceso…

Cazzo!

Orazio, smettila di stare lì imbambolato e vai ad aprire ‘sto sipario. Ce la discuteremo poi. Tanto questa è pur sempre una storia trash-horror, nessuno avrà fatto caso all’autenticità del nostro breve scambio.

Coff, coff. Sì, ecco, vi prego di scusare i miei colleghi, hanno un obrobioso senso dell’umorismo!

Comunque sia… dicevamo, la narrazione. Sì, allora…

Dovete sapere, amici spettatori, che qualche millennio fa si consumò una delle storie d’amore più agghiaccianti e stomachevoli di sempre.

All’epoca un Alieno e uno zombie spargevano morte e distruzione in ogni angolo della superficie terrestre, l’uno mangiando i cervelli delle persone l’altra divenendo parassita all’interno di un corpo ospitante.

Un giorno lo zombie – noto per le sue maldestre movenze – inciampò in un ceppo. Che ceppo! Direbbe qualcuno. No, vi prego di non farlo.

E cosa potrebbe mai essere accaduto? Si sarà mica spezzata l’osso del collo o conficcata un pezzo di tronco nell’occhio, il quale poi fuoriuscì dal cranio?

No, altrimenti questa storia non sarebbe mai esistita.

L’Alieno, colto da un’inspiegabile richiamo, sentì che ella aveva bisogno di aiuto e, con passi da rinoceronte, spazzò via tutto quello che gli si parava davanti (alberi, panchine, parcometri, auto, passanti… insomma ogni cosa!) e afferrò la ripugnante donzella per la vita.

Fu in quel preciso istante che l’occhio fuori dalla orbita di lei incontrò il guscio tirato a lucido di lui. Sarebbe superfluo dire che scoparono come dannati, arrecando un numeroso quantitativo di danni alla popolazione. Tra questi terremoti, maremoti, incendi e tsunami, per citarne solo alcuni.

Insomma, per farvela breve, un giorno ci scappò l’ovetto gigante e nacque l’Alieno zombie che solo pochi sopravvissuti poterono imparare ad amare.

Un piccolo applauso per il nostro Alieno zombie, l’unico in grado di deliziarci con i suoi liquami verdi.

Passiamo, dunque, a fare la conoscenza della Vecchia mannara.

Grinzosa al punto giusto, la Vecchia mannara è nota soprattutto per una particolare caratteristica che la rende diversissima da tutti gli altri personaggi: in bocca non gli è rimasta manco l’ombra di un dente!

Purtroppo, essendo molto riservata, non sappiamo con certezza se sia stata proprio questa peculiarità a trasformarla in un’adorabile sadica perversa!

La sua popolarità è dovuta soprattutto al suo amore per le abitazioni dotate di un accesso al cortiletto interno e alla necessità serale dei condomini di scendere gli appositi rifiuti (nel pieno rispetto della sacra raccolta differenziata).

Dovete sapere però che da quando la gente crede sempre meno nell’amorre – perdonatemi per questa sgraziata licenza poetica – preferendo una più pragmatica botta e via, i poveri principi-non-per-forza-azzurri si sono ritrovati disoccupati. Ciononostante non abbiate pietà di loro, poiché sono diventati spogliarellisti, percependo il salario minimo, nei locali a luci rosse dei quartieri più degradati del paese.

Pane per la totale assenza di denti della Vecchia mannara?

Ovvio che sì.

Ecco perché al calar delle tenebre si apposta dietro un cespuglio, come la migliore delle depravate, in attesa della canonica buttata di monnezza del povero principe di turno.

E non appena lo vede avanzare nelle tenebre della notte, subito gli tira un colpo di borsetta per stenderlo e poi derubarlo di tutte le sue fiabe più dolci, nonché della sua stessa innocenza.

Piccolo segno particolare: adora chiunque abbia un paio d’occhi dalle tonalità di blu malinconia, nonostante questo non rifiuta mai nessuno.

Oh, ad una certa età tutto fa brodo!

Inoltre nelle notti di luna piena potreste sentire il suo agghiacciante ululato. Talmente squillante da far sanguinare anche le orecchie più resistenti.

Ringraziamo anche la nostra molesta Vecchia mannara e permettiamo allo Spazzamostro di raggiungerci sul palco.

Si potrebbero dire tante e tante cose su di lui, ma sarebbe un’emerita cazzata, ergo non lo faremo.

La sua personalità è umile e allo stesso tempo ricca di qualsivoglia puzza, organismo vivente esterno e dimensione. Tutti questi aspetti fanno sì che ogni signorina, dotata di pianerottolo e rampe di scale, debba scendere una serie di potenzialmente pericolosi gradini solo per riuscire a mollarlo fuori dal portone di casa.

Qual è l’aspetto più interessante della sua personalità?

Lo Spazzamostro è un gran burlone, nonostante sia caratterizzato da un certo grigiume. Ecco perché mette in scena tutta una serie di piani per farsi pesante, sempre più pesante, sempre più voluminoso.

A quel punto, solamente al quel punto lì, attirerà il corpo della donzella verso il basso finché ella, mettendo male il piede a causa di un fatale errore di calcolo, ruzzolerà giù per le scale e si spiaccicherà a terra, come una dannata fetta biscottata che cade sul pavimento dal lato in cui era stato steso il fatidico velo di marmellata.

Oddio, scusate, l’immagine della fetta biscottata è talmente potente da farmi aver bisogno di bere un sorso d’acqua e di avere una sedia su cui appoggiarmi per riprendere il controllo delle mie emozioni (nonostante lo psicologo mi dica di farle librare nell’aria).

Inutile dire che quando il vicino di turno torna a casa e vede tutto quel rigurgito di organi misto a sangue rappreso, inizierà a bestemmiare fortissimo.

E poi ci vomiterà sopra.

Dai, un applauso di incoraggiamento al nostro Spazzamostro.

In ultimo (almeno per ora), ma non certo per importanza, faremo del nostro peggio per presentare La dittatrice con l’accento russo, donna intorno a cui gravitano numerose leggende!

Nessuno è ancora stato in grado di vederla, perciò non possiamo affermare con assoluta certezza che aspetto possa avere.

Alcuni sostengono sia alta un palo della luce e mezzo, indossi soltanto abiti lunghi con sopra corsetti capaci di stringerle per bene la vita, indumento irrinunciabile per rafforzare ancor di più la sua aria minacciosa.

Come riesca a renderlo possibile resta ancora oggi un mistero insoluto.

L’unica notizia più o meno attendibile alla quale abbiamo avuto accesso sopraggiunge dal suo fidanzato, troppo terrorizzato per dirci un verbo di più!

Stando alle sue parole, lei rappresenta una creatura della notte, ma di quando in quando la si può vedere di giorno, pur avendo il volto coperto da una fitta cortina di fumo.

La sua arma segreta?

Ti attira nella sua ragnatela mostrandosi tenera e affabile nei modi, attraente nell’aspetto in quanto possiede una spiccata abilità nel rubare l’identità altrui e chirurgica nel saper lanciare maledizioni in un ragionevolmente incomprensibile russo (il quale, per altro, non rappresenta nemmeno la sua lingua madre!).

Di tutte le creature che popolano questo mondo potrebbe essere la più feroce, nel dubbio dubitiamo e ci scarichiamo lo sciacquone della coscienza da ogni eventuale responsabilità.

Un grande applauso alla sua mistica presenza, ovunque essa si trovi.

(Continua…)

Facebooktwitterpinteresttumblr