Le lettere di Babbo Natale di J.R.R. Tolkien

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Tutti lo conoscono principalmente per la celeberrima saga de Il signore degli anelli.

Eppure, a partire dal 1920, lo scrittore britannico John Ronald Reuel Tolkien fece una cosa molto dolce per i suoi figli: iniziò a scrivere delle lettere a mano fingendosi Babbo Natale.

John, Michael, Christopher e Priscilla – per oltre trent’anni – ricevettero una serie di lettere bianche con tanto di francobolli delle Poste Polari.

All’interno erano presenti anche illustrazioni e storielle divertenti sulle difficoltà che doveva affrontare il povero Babbo Natale per consegnare in tempo i regali ai bambini.

Tra i vari personaggi figuravano le renne in fuga, l’orso polare imbranato, l’Uomo della Luna, i goblin permalosi e molti altri ancora.

Insomma un vero tripudio di racconti fantastici che sotto sotto potrebbero conquistare pure i grandi!

La raccolta è stata pubblicata per la prima volta nel 1976 in lingua originale, in Italia invece è arrivata nel 1980.

Nonostante si tratti di un volume piuttosto datato può essere un regalo potenzialmente azzeccato per bambini o neo genitori alle prese con i piccoletti che non vanno a dormire senza la “favola della buonanotte”.

Per farvi un’idea vi lascio un piccolo estratto de Le lettere di Babbo Natale.

Buona lettura.


Cliff House
In cima al mondo
Vicino al Polo Nord
Natale del 1925
Miei cari ragazzi
sono tremendamente occupato quest’anno – quando ci penso la mia mano trema ancora più del solito – e non molto ricco. In effetti, sono successe cose terribili, alcuni regali sono stati danneggiati, l’Orso polare non era qui ad aiutarmi e ho dovuto cambiare casa proprio prima di Natale, quindi potete immaginarvi la situazione, e capirete perché ho un nuovo indirizzo, e perché posso scrivere una sola lettera indirizzata a entrambi. E’ successo questo: lo scorso Novembre, durante una giornata molto ventosa, il mio cappuccio è volato via ed è finito sulla cima del Polo Nord, dov’è rimasto incastrato.
Gli ho detto di non farlo, ma l’Orso Polare si è arrampicato su fino all’esile cima per riprenderlo – e ce l’ha fatta. Il Polo si è spezzato a metà ed è caduto sul tetto di casa mia, e l’Orso Polare è caduto giù per il buco fino al mio salotto, col mio cappuccio sul naso, e tutta la neve è caduta dal tetto nella casa e si è sciolta e ha spento tutti i fuochi ed è scesa fino alle cantine dove conservavo i regali per quest’anno, e l’Orso Polare si è rotto una gamba. Ora sta bene, ma mi sono così arrabbiato con lui che mi ha detto che non avrebbe più provato ad aiutarmi. E’ davvero offeso, ma dovrebbe riprendersi entro il prossimo Natale. Vi mando un’immagine dell’incidente, e della mia nuova casa sulla colline sovrastanti il Polo Nord (con bellissimi scantinati nelle colline). Se John non può leggere la mia vecchia scrittura tremolante (vecchia di 1925 anni) si faccia aiutare da suo padre. Quando imparerà a leggere Michael, e a scrivermi lettere di suo pugno? Tutto il mio affetto a te e a Christopher, il cui nome è alquanto simile al mio.
Questo è tutto. Arrivederci.
Babbo Natale

EN version

Cliff House
Top of the World
Near the North Pole
Xmas 1925
My dear boys,
I am dreadfully busy this year — it makes my hand more shaky than ever when I think of it — and not very rich. In fact, awful things have been happening, and some of the presents have got spoilt and I haven’t got the North Polar Bear to help me and I have had to move house just before Christmas, so you can imagine what a state everything is in, and you will see why I have a new address, and why I can only write one letter between you both. It all happened like this: one very windy day last November my hood blew off and went and stuck on the top of the North Pole.
I told him not to, but the N.P.Bear climbed up to the thin top to get it down — and he did. The pole broke in the middle and fell on the roof of my house, and the N.P.Bear fell through the hole it made into the dining room with my hood over his nose, and all the snow fell off the roof into the house and melted and put out all the fires and ran down into the cellars where I was collecting this year’s presents, and the N.P.Bear’s leg got broken. He is well again now, but I was so cross with him that he says he won’t try to help me again. I expect his temper is hurt, and will be mended by next Christmas. I send you a picture of the accident, and of my new house on the cliffs above the N.P. (with beautiful cellars in the cliffs). If John can’t read my old shaky writing (1925 years old) he must get his father to. When is Michael going to learn to read, and write his own letters to me? Lots of love to you both and Christopher, whose name is rather like mine.
That’s all. Goodbye.
Father Christmas

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