Storie straordinarie ma non necessariamente belle.
Storie d’amore, storie di pura fantasia, storie che ti fanno rabbrividire, storie che commuovono.
E storie che hanno dell’incredibile perché la mente umana ha degli strani modi di funzionare, meccanismi che a volte stentiamo a comprendere…
D’altronde l’etimologia della parola straordinario deriva dal latino extraordinarĭum, composto da ĕxtra (fuori) e ordinarĭus (ordinario). Ovvero qualcosa che non rientra nella quotidianità, in un’azione ordinaria, appunto!
Poi a pensarci bene, un tale Marco Pomar (di cui consiglio vivamente di seguire il profilo su fb!!), uno scrittore dall’innata capacità di saper unire il dono della simpatia a quello della scrittura, invogliava a riflettere sull’inutilità di portare rancore al prossimo.
In fondo lo definisce soltanto tempo sottratto a qualcosa di utile o che piuttosto potrebbe renderci felici.
Comunque tornando al fulcro del discorso, quella di oggi è una storia straordinaria, quasi surreale (oserei dire), sul carisma di un uomo. Non uno a caso.
Un uomo che grazie ad una personalità coinvolgente quanto visibilmente disturbata è diventato una ferita indelebile dell’umanità.
Il suo nome è Jim Jones e questa è la sua storia.
Una storia straordinariamente brutale che invita, come accade spesso nella storia, ancora una volta a fermarsi un momento. Prendere fiato e pensare.
INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):
- 500 gr di farina 0
- 220 gr di patate dolci (circa 1 e ½)
- 40 gr di burro
- 200 ml di acqua tiepida
- 10 gr di miele d’acacia
- 12 gr di sale
- 4 gr di lievito di birra secco
PREPARAZIONE:
Lessate le patate in abbondante acqua bollente salata per circa 25 – 30 minuti (in alternativa potete ricorrere all’intramontabile pentola a pressione).
Sciogliete il lievito con il miele nell’acqua intiepidita quindi versatelo in una terrina piuttosto ampia (o nella ciotola di una planetaria, se siete i fortunati possessori di tale e funzionale elettrodomestico! 😆).
Aggiungete la purea di patate, dopo averle, nell’ordine: private della buccia, schiacciate con qualunque utensile o elettrodomestico infernale manuale o elettrico che trovate nei meandri della vostra cucina e lasciate raffreddare. Tutto ciò senza eventuali ustioni del caso.
Procedete avviando la planetaria o viceversa le vostre mani, aggiungendo gradualmente la farina fino ad incordare l’impasto.
Poi unite il burro freddo tagliato a cubetti ed il sale e continuate a lavorare il tutto fino ad ottenere una pasta liscia e lucida.
Oliate leggermente una ciotola capiente ed adagiatevi l’impasto quindi riponetela (coperta) in un luogo asciutto a lievitare per almeno 4 ore.
Dopo aver sfaccendato un pò nell’attesa che trascorrano queste insormontabili ore, riprendete l’impasto e praticate alcuni giri di pieghe (mica di giostra, eh!) del secondo tipo.
Superato quest’ulteriore tempo di riposo, dividete il panetto in 4 porzioni e formate delle palline.
Disponetele l’una accanto all’altra in uno stampo da plumcake precedentemente oliato ed infarinato (possibilmente con della semola di grano duro) per bene e lasciate lievitare per un’altra oretta.
Trascorso quest’ultimo lasso di tempo, preriscaldate il forno a 200° e cuocete il pane per circa 35 – 40 minuti, sistemando la gratella nell’ultimo ripiano.
Delizioso profumo di pane tra 3, 2, 1… et voilà, lasciatelo intiepidire un pò e gustatelo ancora caldo.
Da solo o in compagnia, con salumi e formaggi o conserve dolci!