Parlami d’amore (pag. 46)

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Parlami d'amore

Mi tolgo i guanti far scattare il pulsante, le loro espressioni si congelano felici nell’inquadratura insieme a Castel Sant’Angelo. Da lassù si è gettata Tosca perché non poteva sopportare l’idea che il suo amato fosse morto.
Quand’ero piccola, io e mia madre passavamo qui davanti nella sua Cinquecento bianca e ogni volta io le chiedevo di raccontarmi quella storia. La morte e l’amore si abbracciavano nella mia testa e io sognavo per me un destino altrettanto romantico.
Attenta ai sogni che fai, Nicole. Perché possono avverarsi.
Clic clic clic. Madre e figlio si sciolgono dall’abbraccio felici e riconoscenti. Mi dicono i loro nomi come se fosse un premio. Vengono dal Wyoming e se io dovessi capitare da quelle parti vogliono che li vada a trovare. Li guardo trotterellare via, due salsicciotti in giacca a vento azzurra e rossa di diversa statura ma uniti da un cordone ombelicale che non si spezzerà mai.
Forse è per questo che non ho mai desiderato di avere un figlio. L’idea di raddoppiarmi per nove mesi per poi dimezzarmi e non tornare mai più intera mi ha sempre fatto un po’ paura.
E comunque nei miei geni non è presente l’istinto materno.
Sorrido ai bambini, adoro annusare i loro capelli di talco e giocare con i loro giochi, ma poi voglio tornare a casa mia.
Intera.

“Parlami d’amore”, Silvio Muccino e Carla Vangelista

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