Patate alla tedesca

Facebooktwitterpinteresttumblr

Mi abbracciò forte. Tra le sue braccia il tempo si fermava, niente era in grado di reggere il confronto.

«Come… come hai fatto?», balbettai in preda alla confusione.

«Non avrei voluto lasciarti solo fin dall’inizio, Jake. Ma quando sei entrato nella prima stanza e la porta si è richiusa alla tue spalle e non sono riuscita in alcun modo a riaprirla. Come se fosse stata chiusa a chiave. Così ho cercato un altro modo per venire da te.», lo disse tutto di un fiato.

«Niente da fare. Alla fine sono tornata indietro, determinata a buttarla giù se fosse stato necessario ma improvvisamente è bastato spingerla perché si aprisse. Sono passata per un corridoio buio. Sembrava di non arrivare mai da nessuna parte! Finché non ho visto un’altra porta e allora ho capito. Non potevo fare nulla, solo sperare che non ti succedesse nulla… fino a quando la seconda porta non si è spalancata ed io ho sentito solo che dovevo entrare e trovarti.».

Sembrava di nuovo lei. Non la ragazza che avevo visto all’inizio di questo folle viaggio ma quella che avevo sempre conosciuto.

Dovette tirare fuori un fiume di parole prima di accorgersi della mia ferita.

«La tua mano. Che ti è successo?»

«Non preoccuparti, è solo un graffio. Adesso troviamo un modo per uscire. Non voglio che resti qui un secondo di più.»

Mi ero smarrito, bastò un sussulto per esserci di nuovo. Quello che mi procurava tutte le volte che si avvicinava a me.

Iniziammo a scendere e salire insieme tutta una serie di rampe di scale. Tra segnali che non portavano da nessuna parte e quadri che nascondevano altri tranelli.

Una cosa era chiara. Se non rischiavamo di rimetterci la pelle, cercavano di trattenerci in un labirinto infinito.

Andò avanti così per troppo tempo ma Bleenis non perdeva mai la speranza. Continuava a darmi coraggio e nell’istante in cui mi strinse la mano, riuscii a scorgere ciò che non sapevamo di dover trovare.

Un percorso in discesa, ancora quel tappeto rosso. Basta decisioni giuste o sbagliate.

In lontananza sotto una luce fioca potevamo intravedere l’ultima tela, la sua preferita. Al suo interno ogni cosa si muoveva con una calma rassicurante. Come se fosse un invito a raggiungerla. 

Sapevo di non potermi fidare. Pregai Bleenis di non muoversi da lì, sarei tornato a prenderla. Solo il tempo di capire se si trattava di un’altra finzione.

«Io non ti lascio andare lì da solo!», protestò.

Me l’aspettavo.

«Ehi, guarda che so quello che faccio.», risposi sorridendo.

«E voglio solo proteggerti.»

«Sono in grado di farlo da sola, Jake. Dovresti saperlo.»

Caparbia come sempre e troppo orgogliosa per lasciare posto alla paura.

«Bleenis…», sospirai.

Capì subito che sarebbe stato inutile continuare ad insistere. Stavolta non potevo cedere.

«Guai a te se non torni presto. A quel punto verrò a cercarti che tu lo voglia o no.»

Le diedi un dolce bacio sulla fronte ed un ultimo sguardo.

Non mi voltai più.

Adesso avevo qualcosa da perdere. Una ragione in più per non arrendersi.

Sparii nell’oscurita…

(Map of the mind – Part X)

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

  • 1 kg di patate rosse
  • 1 cipolla rossa
  • 50 ml di birra chiara
  • sale e pepe q.b.

PER L’EMULSIONE

  • 3 cucchiai di olio evo
  • 1 cucchiaio e ½ di aceto balsamico
  • 1 cucchiaino di senape
  • erba cipollina q.b.

PREPARAZIONE

Cuocete le patate in acqua bollente salata.

Una volta cotte, sbucciatele e lasciatele raffreddare prima di tagliarle a dadini oppure a fette.

In una padella capiente scaldate l’olio quindi rosolate le patate con la cipolla tagliata a julienne per circa 5 minuti o fino a quando non risulteranno ben rosolate, regolate di sale.

Bagnate il tutto con la birra e aspettate che evapori.

Aggiungete per ultima l’emulsione e mescolate delicatamente.

Togliete dal fuoco e servite con una spolverata di erba cipollina e una macinata di pepe nero.

Facebooktwitterpinteresttumblr