Queijadinha – Dolcetti brasiliani

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Quando la pioggia picchietta sul vetro di una finestra.

Soffia un certo vento freddo.

Un brivido corre sulla pelle e siamo così presi dai nostri pensieri che il mondo lo sentiamo appena.

Il rumore sparisce.

Certi giorni mancano le parole ma c’è chi sa esattamente come decifrare il silenzio…

E dove si è nascosto il sussulto.933888_555271821198332_907091409_n

<< Non sento sussulti.
Non sento sussulti.
Non sento sussulti, zio Joe.
A zio Joe davano fastidio i sussulti, ma gli piacevano i cordoni dei ponti o delle autostrade. Quelli che quando vai veloce tutto sussulta è vero, ma soltanto per un microsecondo.
Manca poco. La luce della luna basterebbe a illuminare la strada anche se i lampioni sparissero del tutto. Presto infatti restiamo in tre: la luna, i fari ed io.
Ma io non ho luce, soltanto una chiara oscurità, così chiara che si fa luce tra le ombre, le minaccia. Il vero buio ha forma, dimensione, spazio e tempo: è curvatura. Il vero buio ce lo portiamo dentro, è la conferma dell’esistenza, molto prima della gioia tutto ha inizio con un latrato.
Siamo cani che abbaiano a lune distratte. Il nostro è un canto di dolore. L’automobile prosegue, non si tratta di una strada a senso unico. Ci sono due corsie, una per andare e una per tornare. Ma per me, stasera, non c’è differenza tra andare e tornare. Quando conosci la tua direzione la strada non è quella che segui, ma quella che tracci.
Non sento sussulti. Dolore. Gioia. Attesa. Niente. Forse tra poco, forse mai. Devo provare a cadere, a sbandare. Devo riuscirci. Tento, ma l’istinto di sopravvivenza mi riporta al centro della strada.
Non sento sussulti, adesso le nuvole hanno oscurato la luna, il mio buio splende più forte. I miei occhi guardano il presente. Nel presente ci sono io, ci sono i fari che tagliano in due il mondo e c’è questa quieta assenza di sussulti.
Mi sono lasciato il carcere alle spalle. Evaso. Ma nessuno mi insegue. Tocca a me inseguire la libertà. Come sempre. Non fa sconti a nessuno la vita, tanto meno a me.
Non sento sussulti. Solo il buio può partorire la luce. Sto tornando. Poi lo vedo.
Un uomo in mezzo alla strada. Freno a un passo. Non ha accennato a muoversi, né a tremare, non si porta le mani sugli occhi malgrado i fari.
Spengo tutto. Lo riconosco, malgrado il buio. Si riconosce sempre se stessi.
Lui mi fa “bentornato”. Solo il buio può partorire la luce. Siamo qui, io e me stesso, il mio buio e la mia luce.
Un sussulto: sono vivo. >>

 

Queijadinha - Dolcetti brasiliani 02

 

INGREDIENTI (PER CIRCA 9 DOLCETTI):

  • 200 ml di latte di cocco
  • 3 uova
  • 200 gr di cocco fresco grattugiato
  • 30 gr di burro
  • 100 gr di latte condensato
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci

PREPARAZIONE:

Accendete il forno a 200°

Sbattete le uova con una frusta finché non risulteranno gonfie e spumose.

Aggiungete il latte condensato, il burro ed il cocco grattugiato quindi amalgamate bene il composto.

Infine aggiungete il parmigiano grattugiato ed il lievito per dolci e continuate a mescolare.

Imburrate e spolverate di parmigiano dei pirottini di alluminio e versatevi 3/4 d’impasto.

Cuocete in forno caldo per circa 25 – 30 minuti.

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