Ravioli con pesto di castagne e salsa all’arancia

Facebooktwitterpinteresttumblr

Erano bravi quei due a farsi la guerra.

Oh si, i migliori.

Ogni cosa si alternava a istanti di pace nei quali poteva esistere una bella intesa e tutto il resto poteva tranquillamente restare in pausa.

Ma poi, si sa, che nulla è perfetto e cercare di renderlo tale lo trasforma nel modo migliore per mandarlo in pezzi o fargli perdere la sua naturalezza.

Diventa così difficile mantenere l’equilibrio che certe volte avresti voglia di esplodere per non sentire più quel crescente disagio composto da gesti che bisogna tenere per sé.

E in certe occasioni la rabbia bussa alla porta con troppa facilità.

D’altronde quanti rifiuti possiamo sopportare prima di arrenderci?

Se esistesse un limite massimo quel cuore l’aveva già superato.

Ci si deve accontentare di respirare nostalgia o guardare un po’ più in là senza mai riempire quello spazio vuoto.

C’è un limite al sopportabile soprattutto quando diventa insopportabile.

E tante cose cambiano. Ci scopriamo persone diverse.

Qualche anno di più sommato a qualche ferita di troppo spinge l’essere umano a cambiare.

Un sorriso, un livido. Una carezza, un pugno. Avanti così, ogni dannata volta…

Solo una cosa è certa.

Prima o poi ci si stanca di quella guerra.

Non si può andare avanti così all’infinito. Per quanto possiamo lottare o desiderare ardentemente qualcosa, presto o tardi dovremo fare i conti con la resa.

Ovviamente questo accade solo nel caso in cui i nostri sforzi non riescono nemmeno a scalfire quel fantomatico muro.

Se basta un niente per spazzare via la serenità, se non possiamo permetterci di essere vulnerabili perché si trasformerà in un’arma da usare contro di noi, se non possiamo essere fantasticamente pieni di difetti, se non possiamo stringerci forte e baciarci ogni volta che ne abbiamo voglia, se non possiamo essere arrabbiati, tristi o felici ogni volta che ne sentiamo il bisogno, se non è possibile essere se stessi allora…

Che senso ha insistere?

Resistere giusto per resistere perché niente è peggio?

No, non credo che funzioni così.

Questo non può essere definito amore.

L’amore è imperfetto, è quel sentimento che desidera la presenza di una persona e di nessun’altro al mondo.

È egoista perché vuole tutto l’affetto possibile ma è disposto anche a darne altrettanto.

L’amore non è una maledetta via di mezzo.

È dire “questo è il mio cuore, per favore non fargli male.”

A volte sarà meraviglioso e altre volte penseremo che fa davvero schifo.

C’è una sola costante: nonostante tutto sceglierei sempre lo stesso paio d’occhi.

I ripieghi, le seconde scelte, l’accontentarsi, la convinzione che cambiare noi stessi ci permetterà di avere accanto chi desideriamo è solo una grossa e immane cazzata.

Senza mezzi termini.

Se ami davvero qualcuno allora smettila di perdere tempo, corri a baciarlo/a e lascia uscire quel dolore. Quello sano, che non distrugge.

Non scegliamo chi incontrare nella vita ma abbiamo il potere di decidere chi vogliamo tenerci stretto.

All’amore non frega nulla dei soldi, del caratteraccio, dell’aspetto fisico, delle ossessioni, degli errori e delle paure.

A lui basta solo altro amore. E rispetto reciproco.

Il resto è uno “scarto dell’amore”. Un modo come un altro per riempire gli spazi vuoti.

E non si dovrebbe mai sporcare o disturbare un sentimento per niente.

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

  • 400 gr di farina 00
  • 2 uova
  • 15 gr di sale

PER IL PESTO

  • 10 – 12 castagne
  • 2 cucchiai di latte
  • mollica di ½ panino
  • 1 spicchio d’aglio
  • 2 – 3 cucchiai di pecorino grattugiato
  • 30 gr di pinoli
  • 20 ml di olio evo
  • sale e pepe q.b.

PER LA SALSA ALL’ARANCIA

  • 2 arance
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • 4 cucchiai di acqua

PREPARAZIONE

Disponete la farina a fontana, formate un buco al centro all’interno del quale andrete a sgusciare le uova e ad aggiungere il sale.

Lavorate la pasta quel tanto che basta a formare un impasto elastico e liscio quindi avvolgetelo in un canovaccio e lasciatelo riposare per una mezz’oretta.

Nel frattempo prepariamo il pesto di castagne: sgusciate le castagne, bollitele in un pentolino per 5 minuti dopodiché privatele della “pelle”. In questo modo l’operazione dovrebbe risultare più semplice, ma attenzione alle scottature!

Strizzate bene la mollica, riunite tutti gli ingredienti in un mixer e frullateli brevemente.

Assaggiate il pesto e, se necessario, aggiustatelo di sale.

Riprendete la pasta e dividetela a metà, spolverate sia il vostro piano di lavoro che l’impasto stesso con una manciata di farina. Tirate la pasta con un mattarello finché non avrete una sfoglia piuttosto sottile (quasi come della carta velina).

Adagiatevi sopra un cucchiaino di pesto lasciando un po’ di spazio tra una porzione e l’altra.

Picchiettate la sfoglia con un goccio di acqua onde evitare spiacevoli aperture in cottura!

Stendete il pezzo d’impasto che rimane e sovrapponetelo al primo, sigillate bene i bordi con le dita e ritagliate i ravioli con una rotella tagliapasta.

Mettete sul fuoco una casseruola piena d’acqua e – mentre aspettiamo la canonica bollitura – occupiamoci della salsa all’arancia.

Spremete il succo delle arance e versatelo in un pentolino con lo zucchero.

Lasciate bollire il liquido per pochi minuti a fiamma dolce.

Sciogliete l’amido nell’acqua quindi unitelo al succo d’arancia e mescolate con una frusta.

Dopo 5 minuti la salsa risulterà ben addensata.

A questo punto salate l’acqua, tuffatevi i ravioli e dopo qualche minuto scolateli con l’aiuto di una schiumarola.

Serviteli subito con un velo di salsa all’arancia e delle scorzette di agrumi tagliate a julienne.

Facebooktwitterpinteresttumblr