Sentire la pioggia (e pure le zanzare)

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Quest’oggi risponderò a due fondamentali quesiti.

Perché riusciamo a sentire l’odore della pioggia e, ancor più importante, come fanno le zanzare a sopravvivere alle piogge torrenziali?

Hanno subito delle mutazioni genetiche mentre noi eravamo in pausa pranzo e nessuno si è degnato di avvertirci?

Oppure – per citare i ragazzi di Space Valley – “le multinazionali ci stanno ingannando”?

Domande impegnative di cui non conosciamo bene l’entità… sarà meglio concentrarsi solo sull’essenziale.

Per iniziare l’odore di pioggia che tanto amiamo è il risultato di quattro diverse reazioni chimiche.

Ozono

Esso è un gas composto da tre atomi di ossigeno, ci protegge dai raggi UV e ha un odore estremamente pungente.

Il profumo di pioggia – il quale preannuncia l’arrivo di un temporale imminente – è scaturito dalla formazione di fulmini che possono rappresentare la causa della rottura delle molecole di azoto e di ossigeno.

Queste a loro volta provocano la formazione dell’ozono, il quale viene spinto a bassa quota dalle correnti d’aria che si creano tra le nuvole e, dal momento che il vento riesce a trasportarlo anche per grandi distanze, raggiunge senza alcuna difficoltà le nostre narici.

D’altro canto bastano dieci parti di ozono su un miliardo per percepirlo all’istante!

Viene da sé che una massiccia quantità di gas può rappresentare un grave pericolo per il nostro organismo ma in “piccole dosi” (come quello che respiriamo quotidianamente nell’aria) è del tutto innocuo.

Geosmina

È la molecola responsabile dell’odore di terra bagnata percepita subito dopo un acquazzone.

Dovete sapere che il terreno ospita dei batteri appartenenti alla famiglia dei Streptomyces. Essi durante lo sviluppo producono, appunto, la geosmina, sostanza organica che scontrandosi con l’aumento di umidità nell’aria sprigiona un piacevole profumo di terriccio.

In questo caso però sono presenti cinque parti di geosmina per ogni trilione e il nostro acuto olfatto sente con più probabilità la geosmina e non l’ozono.

Oli

Ai due precedenti fattori bisogna associare anche la resina, da aggiungere agli oli rilasciati naturalmente dalle piante.

L’umidità provocata dalla pioggia li trasporta con maggior facilità nell’aria e subito arriva l’odore di pioggia misto a terra bagnata.

Petricore

Non molto tempo fa avevo scritto un post su Facebook dedicato a parole ormai in disuso nella lingua italiana.

Ebbene si, c’era anche lei.

Ve lo piazzo quaggiù.

Tra le parole che non si usano più nel linguaggio comune c'è "petricore".Il termine indica l'odore di terra bagnata che…

Gepostet von La foglia & l'oceano am Montag, 29. Oktober 2018

Detto ciò non ci resta altro da fare se non addentrarci nell’altra questione, quella pungente.

Tediose, di varie dimensioni e pure dolorose: le zanzare.

Giusto un paio di giorni fa ne ho beccata una comodamente piazzata su una mattonella della cucina. Inutile dire che un brivido carico di sgomento e terrore ha attraversato la mia schiena.

Non ce ne sbarazziamo nemmeno in inverno?

Brutte notizie in arrivo.

David Hu insieme al suo team, proveniente dalla Georgia Institute of Technology, ha condotto una ricerca sull’impatto che ha la pioggia sulle zanzare.

Per riuscirci è stato costruito un cubicolo trasparente con sopra una graticola a maglie strette, la cui funzione è quella d’impedire alle zanzare di fuggire e consentire il passaggio delle gocce d’acqua; inoltre hanno impiegato delle telecamere ad alta velocità (quelle in grado di riprendere più fotogrammi al secondo e poi riprodurre il filmato a rallentatore).

Dentro la scatola sono state messe sei zanzare, dopodiché i ricercatori hanno simulato una fitta pioggia per vedere la reazione degli insetti.

Beh, tutte le zanzare ne sono uscite illese.

Questo significa che riescono a fronteggiare un peso cinquanta volte più grande del loro grazie alla loro piccola (ma resistente) massa corporea, all’esoscheletro molto elastico e alla peluria idrorepellente.

Ricapitolando: la forza che esercita una goccia di pioggia sul loro corpo risulta minore, il rivestimento di cui sono dotate invece consente all’acqua di scivolare via senza troppi danni. Gli insetti, infatti, dopo l’impatto recuperano velocemente l’assetto di volo.

Diverso è il caso in cui una zanzara vola a “bassa quota”, vicino al terreno e, non avendo spazio sufficiente per riprendere quota, rimane intrappolata in una pozza rischiando di annegare.

Comunque sia gli studi sul comportamento delle zanzare sono ancora in corso, la nostra rassegnazione invece si è già messa l’anima in pace.

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