Stanley Kubrick – L’uomo che divenne immortale

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Era il 7 marzo 1999, quando colui che venne definito “uno dei maggiori cineasti del panorama cinematografico”, ci lasciava: Stanley Kubrick.

Un uomo dalle mille sfaccettature.

Scenografo, fotografo free lance, scrittore… e chi più ne ha più ne metta.

Una di quelle personalità dal tratto deciso, un visionario che ha saputo cambiare il modo d’intendere il cinema.

Ricordiamo tra i suoi film più noti Arancia Meccanica, tratto dal dissacrante e dispotico romanzo di Anthony Burgess.

Il celeberrimo Shining, tratto da un romanzo horror che porta la firma di Stephen King ed un film che è diventato ben presto un “cult movie”.


Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, film fantascientifico (in tutti i sensi) liberamente ispirato al romanzo Red Alert di Peter George.

2001: Odissea nello spazio, un film che vede in contemporanea la nascita di un omonimo romanzo di Arthur C. Clarke.

Queste sono soltanto alcune di ben tredici pellicole, grazie alle quali Kubrick ricevette ben tredici candidature all‘Oscar.

Ma per qualche buffo scherzo del destino, soltanto nel 1969 per gli effetti speciali dell’ultimo film che vi ho citato.

Tuttavia esiste un dettaglio piuttosto evidente, ripreso dagli appassionati o dagli estimatori dei suoi particolari lavori, la cosiddetta One-point perspectiv.

In pratica si tratta di una prospettiva simmetrica dove ogni linea presenta in concomitanza con lo sguardo dello spettatore si focalizza in un unico punto di fuga sulla linea dell’orizzonte, come potete vedere brevemente in questo video.

Ma, come vi avevo accennato Stanley Kubrick era anche un talentuoso fotografo.

Pensate che a 13 anni il padre gli regala la sua prima macchina fotografica e diventa subito una nuova passione su cui sperimentare e fare pratica.

Così, nel 1945, a soli 17 anni inizia a vendere i suoi scatti al più importante magazine di quel tempo, Look.

Un anno dopo viene assunto come apprendista, il più giovane nella storia della rivista!

Dove rimane fino agli anni ’50, prima di proseguire la sua vasta e luminosa carriera artista esclusivamente come regista.

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