Tartellette di cous cous con crema di bietola e ceci

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Gentili sognatori, questa è per voi.

E a quelli che vivono sempre con i piedi ben saldati a terra.

Per quelli che tutto è possibile.

E quelli che non ci sperano più.

Per chi alle fiabe non ci crede più.

E chi invece non ha mai smesso di crederci, come un’ideale di vita.

Per tutti quelli che hanno deciso di arrendersi all’amore.

E per chi continua a vagare nelle tenebre.

Rubo parole per dar voce a voi, questa volta.

” Quello che le fiabe non raccontano sono i dubbi dei prìncipi. Secondo il linguista e antropologo russo Vladimir Propp, l’eroe attraversa una serie di controversie, di personaggi definiti per loro natura malvagi oppositori al piano di liberazione della principessa, per poi arrivare, tramite un’escalation, al climax, quindi abbiamo la risoluzione della vicenda, e il “vissero per sempre felici e contenti”.
Ma io penso che questo “eroe” sia stato più volte tentato di abbandonare il percorso, preda dei dubbi o dei “ne varrà la pena?” E se poi, sconfitto il drago e inerpicatosi sulla più alta torre, scoprisse di non volere più la Principessa o, cosa forse peggiore, che non c’è nessuna principessa? Si è “umani” nel momento in cui questi dubbi ti assillano, tuttavia si resta umani, senza nessun eroismo di fondo, quando si decide di attraversare comunque l’oscura foresta, malgrado le terribili leggende e le dicerie su chi non è più tornato indietro.
Non siamo fatti per tornare indietro sui nostri passi, comunque vada la direzione, qualsiasi strada scegliamo, è in avanti, drago o non drago, principessa o no.
Quello che le fiabe non raccontano sono i dubbi dei draghi o dei giganti cattivi. Non è colpa loro se sputano fuoco e fiamme, se distruggono quelle piccole cose fastidiose che cercano di ucciderli, rispondono a un crudo meccanismo di sopravvivenza narrativa. E si sa come vanno a finire le cose: il drago muore. Ma non dico che il bene vince sempre. O che talvolta vince il male. Nelle fiabe è solo questione di sopravvivenza.
Quello che le fiabe non raccontano sono i dubbi delle principesse. Non c’è nessuna Penelope, nessuna tela disfatta durante la notte, nessuna attesa. Tutto è finzione, e sipario, e l’autore di tutta questa tremenda fiaba vorrebbe solo precipitare nel cuore del nulla, e morire per sempre, né felice, né contento.

Ma resta il fatto che in qualcosa dobbiamo pur credere, che per un sorriso vale la pena combattere. Magari non saranno felici o contenti, litigheranno, si dimenticheranno, avranno giornate davvero pessime, straordinarie pessime giornate, e anche bei giorni, certo. E non vivranno neanche per sempre, tutto è destinato a tramontare, senza lasciare segno alcuno, se non dentro, dove tutto accade nell’invisibile e silenzioso mondo interiore.

Tuttavia, vivranno. E questo è più che abbastanza per scrivere una buona fiaba, insieme. “

Beh, informazione di servizio… torneremo a trasmettere su questo canale domenica!

Buon Ferragosto, bella gente.  😎 

 

Tartellette di cous cous con crema di bietola e ceci 03

 

INGREDIENTI (PER 4 TARTELLETTE):

  • 200 gr di cous cous
  • 2 albumi
  • 50 gr di pecorino romano grattugiato
  • sale q.b.

PER LA CREMA:

  • 150 gr di ceci
  • 100 gr di bietola da coste
  • 1 pizzico di peperoncino in polvere
  • rosmarino q.b.
  • sale e pepe q.b.

INOLTRE:

  • 1/2 cipolla bianca
  • 30 gr di gherigli di noce

PREPARAZIONE:

Lessate i ceci in acqua bollente (e regolando di sale), dopo averli lasciati in ammollo per circa 10 – 12 ore con un pizzico di bicarbonato.

Lavate bene la verdura per togliere ogni residuo di terra, eliminate l’estremità più dura e le foglie rovinate quindi tamponate le foglie con un pò di carta assorbente.

Tagliate la bietola a strisce e lessatela in una casseruola con due dita d’acqua, salate e lasciate cuocere per circa 15 minuti.

Nel frattempo versate in una ciotola il cous cous, unitevi 200 ml d’acqua calda (non bollente), coprite con un coperchio e lasciate assorbire bene l’acqua per 5 minuti.

Sgranate bene il cous cous con una forchetta poi aggiungete un filo d’olio e salate.

Infine aggiungete gli albumi ed il pecorino e amalgamate il tutto.

Imburrate 4 stampi e ricoprite il fondo con un dischetto di carta forno, ricopriteli con il composto di cous cous, modellandolo con le mani.

Ponete in un tritatutto i ceci, la bietola, il peperoncino ed il rosmarino, salate e pepate quindi riducete il tutto ad una crema liscia e omogenea (se necessario aggiungete un goccio d’acqua).

Preriscaldate il forno e cuocete a 180° per 20 minuti.

Mondate la cipolla e tagliatela a julienne; scaldate in un padellino un cucchiaio d’olio e lasciate imbiondire la cipolla.

Estraete delicatamente le tartellette di cous cous dagli stampini, distribuitevi la crema e decorate con un pò di cipolla e dei gherigli di noce.

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