Vellutata di cavolfiore viola

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Ettore Zanca, palermitano di origine e dotato di un innato talento nel saper scrivere di qualsiasi cosa con una spiccata ironia.

Quel che troverete qui sotto non altro che una riflessione basata su fatti realmente accaduti, potremmo definirlo il “modus operandi” dell’era moderna.

«La colpa è tua

I risultati dei recenti studi sullo scarico delle responsabilità

Ettore Zanca – Recentemente ci sono stati alcuni studi che io chiamo “analisi dell’acqua calda”. Ovvero quelle notizie per le quali nessuno aveva detto l’ovvio, lo scontato, ciò che è davanti agli occhi.
Evidentemente è così.
Non riconosciamo una merda di cane fresca, fino a che non viene lo studioso di turno che dice “In quel marciapiede, vi è senza ombra di dubbio quella che può classificarsi come deiezione canina, da catalogarsi come abbandonata incautamente”, e noi assumiamo l’aria soddisfatta di un panda che si è appena riprodotto e diciamo “ah beh, se lo ha detto lo studioso…”
È uscito un libro a firma di Paul Verhaeghe, un emerito professore, il quale ha esaminato molti aspetti dei comportamenti degli esseri umani, nel loro ambiente in cui danno il peggio di sé. Il luogo di lavoro.
Il Libro si intitola “What about me?”, e sostiene che agire da sciacalli, è pressoché normale, quando si avvertono tempi di alta selezione e competizione.
Nel libro si dice anche che la meritocrazia è annullata dal potere e dalle amicizie influenti e che essere aggiornati non è più figlio di accurati studi ma di due – tre competenze appiccicate con lo sputo. Ci vuol poco a declamarsi “professionisti del settore”, senza la minima gavetta e, cosa ancora più grave, per far carriera basta saper ammaliare, parlando bene e piazzando qualche carognata. In più l’agire contro morale o regole è legittimato dal fatto che ormai stiamo sviluppando una coscienza a orologeria, ci indigniamo per qualche minuto, se va bene, ma poi abbiamo dimenticato ogni fatto efferato. Perché siamo travolti dalle informazioni. Ma ciò che conta, agiamo contro le regole perché sappiamo che se anche ce ne andremo, pagherà chi viene dopo. Ora viene il bello. I tempi moderni, hanno talmente esasperato l’aggressività degli individui, che si assiste ad un regresso. Quando ci siamo trovati a litigare su banalità, tipo un post su facebook, o siamo stati ore sui social a disquisire e scannarci per aria fritta, non stiamo facendo altro che dimostrare il nostro infantilismo frustrato, che non sappiamo dove indirizzare, allora ce la prendiamo con chi non è d’accordo con noi dietro una tastiera, e lo facciamo destinatario della nostra rabbia. Si chiama spostamento di aggressività. E di presenza non è meglio, i nostri cari spesso sono il primo bersaglio delle male parole che vorremmo dire in ufficio. Voi direte, nulla di nuovo sotto il sole, sai che grande sorpresa. Avete ragione, tutto questo squallore lo vediamo e lo facciamo ogni giorno, siamo vittime e carnefici, come diceva quel cantante. Allora dov’è la novità? Che uno studioso ha conclamato su un libro che ci comportiamo di merda, come quella succitata. Di cane. O se preferite, se vi fa star meglio, ci comportiamo da “deiezione canina incautamente abbandonata”. E se lo dice lo studioso…»

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

  • 1 cavolfiore viola
  • 100 gr di yogurt greco (o 125 gr di yogurt di soia)
  • succo di 1 arancia biologica
  • sale, pepe e noce moscata q.b.

PER IL BRODO

  • ¹⁄3 di porro
  • 1 carota
  • 1 patata piccola

PER GUARNIRE

  • 1 manciata di fiocchi d’avena
  • fettine d’arancia
  • 1 cimetta di cavolfiore
  • olio di nocciole q.b.

PREPARAZIONE

Lavate accuratamente il cavolfiore eliminando le foglie (non le buttate che si possono riciclare) e separando le cimette.

Riempite d’acqua una casseruola fino a metà, aggiungete il porro tagliato a rondelle, la patata e la carota dopo averle private della buccia.

Regolate di sale e pepe.

Lasciate stufare il tutto per 20 minuti, poi immergete nel brodo le cime di cavolfiore insieme al succo d’arancia e continuate la cottura per altri 20 – 25 minuti.

Una volta cotto eliminate sia la carota che la patata.

Frullare in un mixer il cavolfiore con lo yogurt greco (o di soia) e una grattugiata di noce moscata.

Servite la vostra vellutata fumante con un filo di olio di nocciole (volendo anche con una manciata di nocciole tritate), qualche spicchio d’arancia, i fiocchi d’avena e la cimetta di cavolfiore tenuta da parte.

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