La magia del soffione

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In botanica è conosciuto come tarassaco comune, di norma però viene chiamato dente di leone o soffione (seppur ne possiede molti altri ancora).

Si tratta di una pianta erbacea perenne reperibile tutto l’anno, pur essendo strettamente associata alla primavera. Tuttavia per quel che concerne la raccolta è preferibile rispettare la stagionalità: le radici si raccolgono in autunno, le foglie in primavera, mentre i fiori si colgono tra aprile e maggio.

L’etimologia del nome ufficiale deriva dal greco antico tarakè che si traduce in “scompiglio”, e àkos, ossia “rimedio”, un chiaro riferimento all’impiego officinale di cui si faceva largo uso (soprattutto) nel Medioevo.

Più semplice il significato di dente di leone, il quale si rifà alla forma delle foglie, o soffione, chiamato così perché quando raggiunge la fase di infruttescenza, diventa lanuginosa (oltre al contenere i semi).

Il tarassaco viene spesso impiegato in cucina, come rimedio naturale, appunto, e persino nell’ambito dell’apicoltura.

Nel linguaggio dei fiori si presta a diverse interpretazioni, come l’essere considerato simbolo di speranza e forza interiore, ma anche di crescita e distacco, legate alle molteplici fasi della vita di ogni essere umano. C’è anche la spensieratezza collegata all’idea di non sopprimere il nostro “io” bambino, riuscendo a trovare un equilibrio tra lui e la consapevolezza di essere adulti.

A volte finiscono nel bouquet della sposa in quanto si pensa, ancora una volta, che possano portare fortuna e prosperità ai due innamorati.

Il ciclo vitale del soffione venne associato persino all’alternarsi del giorno e della notte, del sole e della luna.

Sennonché il cangiante e – per chi soffre di allergia – problematico soffione si trova pure al centro di varie leggende e credenze popolari, scopriamone alcune.

Nel mito di Teseo e Arianna esiste un passaggio in cui si narra di Ecale, un’anziana signora, la quale consigliò al leggendario personaggio di mangiare solo soffioni per 30 giorni, alfine di diventare forte abbastanza da riuscire a sconfiggere il Minotauro.

Ci spostiamo quindi in Irlanda, dove una leggenda vuole che esistessero gnomi, elfi e fate in una terra incontaminata, liberi di vagare e vivere in pace. Questo fin quando non giunse l’uomo a distruggere ogni cosa.

I fantastici abitanti del luogo furono costretti a fuggire e cercare rifugio, se non fosse che le fate, con i loro abiti dai colori troppo vivaci, dovettero trovare una soluzione alternativa per non essere scoperte e si trasformarono in robusti fiori gialli.

Così quando qualcuno le pestava – senza nemmeno accorgersene – erano in grado di riprendere la loro forma, dritta e tenace.

Da qui la credenza che il dente di leone sia così resistente proprio grazie alla presenza di queste creature magiche nella corolla dei fiori.

Pare che anche la semplice azione di soffiare sul fiore ha un suo simbolismo: se i petali voleranno via all’unisono, i nostri desideri verranno esauditi. In caso contrario, una parte di quelle richieste non potrà essere realizzata.

Secondo l’antica teoria delle segnature (facendo uno stringatissimo riassunto) ad ogni elemento presente in natura è associata un’azione terapeutica, ragion per cui al tarassaco erano stati “assegnati” i disturbi legati al fegato.

Parziale “bibliografia” del soffione

Il soffione veniva associato alla stregoneria, all’idea che potesse essere una sorta di punto di connessione con il mondo dei morti e, talvolta, lo incontriamo pure nella letteratura.

Nelle “40 novelle“ di Hans C. Andersen, troviamo una storia nella quale viene menzionato proprio il nostro fiore, compatito da un bellissimo ramoscello di melo. Eppure, nonostante la sua umiltà, riuscirà ad essere apprezzato sia dai facoltosi abitanti del castello che dal ramoscello, il quale abbandonerà la sua superbia.

Ne “Le Fate dei Fiori – Il Libro delle Bambine” dell’illustratrice inglese Cicely Mary Barker viene esaltata la bellezza e la tenacia del soffione attraverso parole e immagini.

Restando ancora un attimo in tema di libri per bambini, non può mancare all’appello “Il volo del soffione di Mirella Morelli”. La storia di un’insolita amicizia nata tra un toro e un soffione!

In “Tutte le poesie” di Emily Dickinson troviamo questi versi:

It’s little Ether Hood
Doth sit upon it’s Head –
The millinery supple
Of the sagacious God -Till when it slip away
A nothing at a time –
And Dandelion’s Drama
Expires in a stem.
   Il piccolo Etereo Cappuccio
Poggiato sulla Testa –
Modisteria flessibile
Di un Dio sagace -Fin quando scivola via
Un nulla alla volta –
E il Dramma del Soffione
Si estingue in uno stelo.

Persino uno dei miei poeti preferiti, Walt Whitman, gli dedica una poesia.

Il primo Dente di Leone, tratto da “Foglie d’erba

Semplice, fresco, gentile emergendo sul finir dell’inverno, | quasi mai non vi fossero stati artifici di moda, affari, politica, | dall’angolo solatio, annidato nell’erba – dorato, innocente, come l’alba tranquillo, | il dente di leone, il primo di questa primavera, ci mostra il suo volto fidente.

Concludiamo con “Il soffione” di Lidia Guerrieri, una poetessa di cui si parla in maniera esaustiva in un articolo che vi piazzo qui sotto:

http://nazariopardini.blogspot.com/2020/07/marisa-cossu-legge-il-soffionje-di.html

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