Pasta e fagioli alla veneta

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Esistono milioni di storie d’amore. Alcune tormentate, altre da sogno, qualcuna ci riguarda perché ne siamo stati (o ne siamo ancora oggi) i protagonisti.

Mi è capitato di vedere un’immagine, una foto, che istintivamente mi ha colpito. Non aveva nulla di particolare se non due persone note del passato.

Non facevano nulla di particolare se non quello di starsene distesi sull’erba, stretti l’uno accanto all’altra.

La foto in questione è questa di lato.31024b65e09cb4d2780b78b39a9f1dd83976e3

Così, incuriosita, ho letto frammenti di vita di un amore immortale, che resiste al tempo e fa ancora parlare di sé…

E’ il 1929, il pittore Salvador Dalì insieme al regista Luis Buñuel ha finalmente messo a punto gli ultimi dettagli di un film surrealista chiamato Un chien andalou (Un cane andaluso).

Si trovano a Catalogna quando alcune coppie si avvicinano per conoscerlo: si tratta di Paul Éluard, una tra le figure più influenti della corrente surrealista, con la moglie Gala (il cui vero nome è Helena Diakonova, un’artista e mercante d’arte), il noto artista René Magritte con la sua consorte e Camille Goemans (un altro personaggio chiave di questo movimento).

Avete presente il classico colpo di fulmine?

Beh, è quello che accade tra Gala e Dalì che se ne innamora così perdutamente da dichiararle i suoi sentimenti solo pochi giorni dopo averla conosciuta, lungo la scogliera di Capo Creuso.

Ma attenzione, il marito Éluard non si arrende così facilmente nonostante tra i due le cose non funzionavano da tempo. Lei, uno spirito forte e ” glaciale ” ma anche dal fascino magnetico, mentre lui, un’anima troppo mite per non essere sopraffatto dalla personalità imponente della donna.

Le prova tutte: fiori, lettere d’amore, gesti eclatanti… niente la convince a tornare in Francia, tra le sue braccia. Forse averla data per scontata è stato il suo errore più grande, la perde per sempre.

Così inizia una convivenza tra l’artista spagnolo e l’affascinante Gala e dopo la morte di Éluard, finalmente possono sposarsi in chiesa.

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Come ogni storia che si rispetti, non può essere sempre tutto rose e fiori.

Magari non pesavano affatto quegli 11 anni di differenza, ma nonostante la bruciante passione che consuma d’amore i due amanti, i furiosi litigi ed i tradimenti (da parte di entrambi) non mancano.

Ma qualche volta un sentimento resiste persino a tanto dolore: ” Così lei mi levò l’abitudine a delinquere e guarì la mia follia. Grazie! Voglio amarti! Volevo sposarla. I miei sintomi isterici scomparvero uno dopo l’altro come per magia. Fui nuovamente padrone della mia risata, del mio sorriso, della mia mimica. Al centro del mio spirito crebbe una nuova forma di salute, fresca come un bocciolo di rosa. ” – Le parole di Dalì nei confronti della sua musa.

Giunge all’orizzonte il 1982, la sua adorata Gala si spegne e viene sepolta nel castello di Púbol (che egli stesso aveva acquistato per lei), nei pressi di Girona (Catalogna). 

Il pittore si rifugia lì, catturato dalla malinconia e dalla depressione: ” Poteva essere la mia Gradiva (colei che avanza), la mia vittoria, la mia donna. Ma perché questo fosse possibile, bisognava che mi guarisse. E lei mi guarì, grazie alla potenza indomabile e insondabile del suo amore: la profondità di pensiero e la destrezza pratica di questo amore surclassarono i più ambiziosi metodi psicanalitici. “

Gentili signore e signori, il racconto che vi ho appena narrato si conclude qui.

Nel punto esatto in cui quell’amore ha continuato a vivere nel cuore di quell’uomo, di quel geniale visionario artista, fino all’ultimo battito.

Potete immaginarli, ancora oggi, a danzare tra le nuvole, di nuovo uniti, per sempre. Ed a litigare per una qualche ragione che dimenticheranno presto. Non appena le labbra di lui incontreranno quelle di lei.

PS: aver scelto come ricetta ” pasta e fagioli “, in effetti è poesia, non trovate (momento ironia conclusivo)? 😆 

 

Pasta e fagioli alla veneta 02

 

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):

  • 150 gr di spaghetti spezzati
  • 200 gr di fagioli borlotti
  • 1 cipolla dorata
  • 3 spicchi d’aglio
  • 1 costa di sedano
  • 50 gr di guanciale
  • ½ mazzetto di prezzemolo
  • 2 rametti di rosmarino
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • sale e pepe q.b.

INOLTRE:

  • 3 cucchiai di olio evo
  • 7 – 8 foglie di salvia

PREPARAZIONE:

Tritate finemente la cipolla, il prezzemolo, il lardo, il sedano, uno spicchio d’aglio ed il rosmarino.

Sistemate in una casseruola i fagioli secchi (dopo averli lasciati come sempre in ammollo), ricopriteli d’acqua quindi unite gli altri ingredienti tritati ed un filo d’olio.

Aggiungete anche il concentrato di pomodoro, regolate di sale e lasciate cuocere il tutto a fuoco medio per circa 1 oretta finché i legumi non risulteranno morbidi.

Una volta cotti, riponete ¾ dei fagioli scolati in un mixer riducendoli ad una purea omogenea.

In un pentolino versate l’olio insieme agli spicchi d’aglio rimasti, le foglie di salvia ed il rametto di rosmarino.

Lasciate cuocere a fiamma dolce circa 10 minuti.

Versate l’olio aromatizzato e filtrato in pentola, unitevi la crema di fagioli e portate a bollore.

Unite la pasta, salate e pepate e prolungate la cottura per altri 10 minuti (o fino a quando gli spaghetti non saranno al dente).

Distribuite la pasta nei piatti e servitela con un filo d’olio, i fagioli interi avanzati ed una macinata di pepe nero.

Curiosità mignon:

Mi sembra giusto specificare che nella ricetta originale si utilizza la pasta all’uovo (possibilmente homemade!) tagliata a straccetti, ad esempio, i tagliolini spezzati.

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