Il binomio venerdì 17 + giornata nazionale del gatto

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Si direbbe una giornata micidiale: lato positivo + lato “negativo” o Yin Yang?

O la fine del mondo?

Niente paura, togliete gli elmetti e uscite, saltellando allegramente, di casa.

Se la “sfortuna” vi perseguita (eccomi, eccomi) non starà certo a guardare che giorno è oggi!

Ma quando ha avuto inizio, l’inizio della fine?

Tutta colpa di una fobia

Ebbene nella vasta gamma di fobie presenti sul pianeta esiste pure la ”l’eptacaidecafobia”, talmente complicata da pronunciare che già fa paura solo quella!

Un termine che deriva dal greco ἑπτακαίδεκα ovvero diciassette e φόβος phóbos che vuol dire paura, in pratica già lo suggerisce il nome, è la paura del numero 17.

Tra superstizione e folklore

In aggiunta esistono altri fattori che non invogliano ad amare questo numero: il 17 nella Bibbia rappresenta il giorno in cui è morto Gesù, nel 9 d.C. i romani disprezzavano questo numero a causa della la diciassettesima legione spazzata via Teutoburgo, la smorfia napoletana associa il 17 alla disgrazia.

E si potrebbe andare avanti così a lungo…

Per i paesi anglosassoni la cosiddetta sfiga è rappresentata da un altro numero

Situazione analoga per il povero 13!

Accadde di venerdì 13 che: il re di Francia, Filippo il Bello, fece arrestare i Cavalieri Templari; durante l’Ultima cena Giuda era nientemeno che il tredicesimo apostolo; il numero 12 era il numero sacro per gli assiri ed i babilonesi, il numero successivo poteva mai non rappresentare quello più svantaggiato?

Ed anche qui ci sarebbe molto da aggiungere.

Infine troviamo anche martedì 12 tra i numeri poco amati per quanto riguarda la Grecia, il Sudamerica e la Spagna.

Beh, ad ognuno il suo!

Tutt’altra storia, per fortuna (calza a pennello), la giornata nazionale del gatto.

Una ricorrenza che ha inizio, in Italia, nel 1990

Tutto è partito da un semplice referendum proposto ai lettori della rivista Tuttogatto.

Claudia Angeletti, la giornalista a cui balenò quest’idea, domandò quale poteva essere il giorno migliore per dedicare una festa in loro onore e la scelta ricadette giusto sul 17 febbraio.

I motivi di questa scelta unanime furono piuttosto singolari (riporto dal portale G come gatto):

  1. Il gatto, per antonomasia è simbolo di libertà, anticonformismo, indipendenza, intuito e queste caratteristiche, dal punto di vista zodiacale sono legate al segno dell’acquario, ecco quindi la scelta di collocare la festività nel mese di febbraio..
  2. Tra i detti popolari, il mese di febbraio viene indicato come “mese dei gatti e delle streghe” collegando i nostri felini alla magia….
  3. Un’altra coincidenza bizzarra e ambivalente vuole che nella nostra tradizione il numero 17 sia ritenuto un numero portatore di sventura (come purtroppo in passato veniva considerato il gatto), la sinistra fama del 17 nella tradizione italiana è determinata dall’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in “VIXI” ovvero “sono vissuto”, di conseguenza “sono morto”. Non così per il gatto che, per leggenda, può affermare di essere vissuto vantando la possibilità di altre vite. ..Incredibile ma vero, invece nel nord Europa, sono più ottimisti e il numero 17 pare abbia una valenza positiva sembra significhi anche “Vivere una vita sette volte”….Se si scrive in numeri romani ” XVII ” e si fa l’anagramma si ottiene “VIXI” quindi, la stessa parola latina alla quale da noi viene dato un significato nefasto, viene vista nella sua accezione più positiva, significa “HO VISSUTO”; e chi più di un gatto, titolare di 7 vite, può dire di aver vissuto?

Quindi… perché no?  😆 

Una giornata dedicata ai micioni italiani poiché in America è il 29 ottobre che si celebra il National Cat Day, nato nel 2005 per merito della scrittrice Colleen Page.

In ogni caso la data varia da paese a paese, fatta eccezione per il World Cat Day, istituito dall’International Fund for Animal Welfare, organizzazione mondiale fondata in Canada che raggruppa teologia e benessere dell’animale in un’unica soluzione, che ha scelto l’8 agosto.

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