Frittelle di riso di San Giuseppe

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Il 19 marzo si celebrano due ricorrenze in un sol colpo: la festa del papà e San Giuseppe.

La giornata dedicata a tutti i padri del mondo nasce intorno ai primi decenni del XX secolo.

Il primo festeggiamento vero e proprio sembra risalire al 5 luglio 1908, a Fairmont, in West Virginia.

Tuttavia una parte del merito andrebbe alla signora Sonora Smart Dodd, ascoltando un sermone in occasione della festa della mamma del 1909, ebbe l’idea di ufficializzare anche quella del papà (ignara del fatto che già accadeva a Fairmont).

Così il 19 giugno del 1910 organizzò nella contea di Spokane, a Washington, la prima grande festa dedicata al papà.

La data non era casuale. Infatti, durante quel mese, ricorreva il compleanno del padre di Dodd, un veterano della guerra civile americana.

In molti paesi si festeggia ma esistono origini e usanze diverse dalle nostre.

Il 19 marzo dedicato invece al padre “adottivo” di Gesù, nonché al giorno della sua morte, si celebra soltanto nei paesi di tradizione cattolica.

Per tradizione il giorno di S. Giuseppe si preparano (tra tanti altri) le frittelle di riso.

Di origine toscana, esistono testimonianze della presenza di questo dolce fin dal XV secolo.

Tramandate dal Maestro Martino de’ Rossi nel suo “Libro de arte coquinaria”, questa era la ricetta:

“Fa’ cocere il riso molto bene ne lo lacte, et cavandolo fora per farne frittelle observerai l’ordine et modo scripto di sopra con mano ovvero in quale altra forma ti piace, mettendole a frigere in bono strutto o botiro, overo in bono olio , excepto che non gli hai a mettere né caso (formaggio) né altro lacte.”

Il Maestro Martino fu il più celebre cuoco italiano del secolo XV.

Lavorò al servizio del duca di Milano Francesco Sforza e a Roma, nelle cucine vaticane, all’epoca di Martino V, 206º papa della Chiesa cattolica.

Un uomo che non riproduceva le ricette di altri, semmai amava inventarne di nuove o rivisitare quelle tradizionali.

Bisogna aggiungere che nell’Italia tardomedievale il riso era un ingrediente poco conosciuto.

Si utilizzava in polvere, quasi come fosse una spezia, o veniva impiegato come addensante per salse e minestre.

Fu la famiglia nobile degli Sforza a introdurre la coltivazione del riso nella Pianura Padana.

È arrivato il momento di tornare ai giorni nostri, ma prima di passare alla ricetta delle frittelle di riso, ecco alcuni piccoli accorgimenti:

  1. Il riso cotto nel latte deve risultare cremoso, né troppo “liquido” né troppo denso.
  2. Non aggiungete altro zucchero se non volete addentare una frittella tutta olio e niente riso.
  3. La fiamma non dev’essere alzata al massimo o troppo bassa perché rischiate di trovarle cotte fuori e crude dentro o, peggio, bruciacchiate.
  4. Qui non ci sono tempi di riposo ma tante altre ricette suggeriscono di lasciarle lievitare almeno per un’oretta (se po fà anche così).
  5. Ogni posto ha le sue usanze: chi le cuoce nell’acqua; chi aromatizza l’impasto con rum o sambuca e infine chi aggiunge uvetta, canditi o crema pasticcera. Sbizzarritevi!

Questa ricetta proviene dal delizioso blog Anice e Cannella di Paoletta.

INGREDIENTI (PER CIRCA 28 – 30 PEZZI)

  • 150 gr di riso originario
  • 1 uovo
  • 600 ml di latte intero
  • 60 gr di farina 00
  • 40 gr di zucchero
  • 2 cucchiaini rasi di lievito per dolci
  • ½ cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 striscetta di buccia di limone
  • 1 pizzico di sale

PER LA FRITTURA

  • olio di semi di arachide q.b.

PER ULTIMARE

  • zucchero semolato q.b.

PREPARAZIONE

Mettete a scaldare il latte con la buccia di limone e il sale in una casseruola (preferibilmente antiaderente).

Una volta caldo aggiungete il riso, fatelo cuocere a fiamma bassa mescolando spesso fino a completo assorbimento.

Toglietelo dal fuoco, eliminate la buccia del limone e lasciate raffreddare.

Aggiungete quindi l’uovo sbattuto, lo zucchero e la cannella.

Mescolate e unite anche la farina setacciata insieme al lievito.

Se il composto risulta ancora troppo morbido potete aggiungere un altro cucchiaio di farina.

Versate abbondante olio di semi in un tegame e scaldatelo a fuoco medio (se avete un termometro da cucina aspettate che raggiunga i 175°).

Prelevate poche cucchiaiate d’impasto per volta e tuffatele con gentilezza nell’olio bollente.

Non appena risultano ben dorate, scolate le frittelle sulla carta assorbente e poi passatele, ancora calde, nello zucchero semolato.

Io ne ho fatte metà “zuccherose” e l’altra metà l’ho ricoperta di miele di acacia.

Inutile dire che sono supreme in entrambi i modi.

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