Risotto alla milanese… in versione natalizia!

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Cosa vi fa venire in mente il nome Norman Rockwell?norman-rockwell-3

Beh, ritentiamo con questa foto.

Ancora niente?

Rockwell, definito il ” papà ” del Santa Claus americano, un personaggio conosciuto in tutto il mondo ma anche un tenero ed innocente ricordo di quando eravamo bambini.

Aspettavamo quest’uomo imponente, dagli occhi buoni, al quale avevamo indirizzato le nostre migliori letterine. Certi del fatto che avrebbe portato un sacco di giocattoli e realizzato i più dolci desideri.

Qualcuno lasciava latte caldo e biscotti perché giustamente avendo tanta strada da fare e tanto lavoro per accontentare tutti.  😀

E’ pur vero che Babbo Natale è strettamente legato al business della Coca-Cola Company!

Nel 1920 vengono realizzate le prime pubblicità a tema natalizio per magazine come ” The Saturday Evening Post “.

Ma indovinate un pò, all’epoca l’idea di questo fantastico personaggio non era ben definita. Veniva quindi raffigurato ora come un uomo magro dall’aria un pò cupa, ora come qualcosa di più simile ad un elfo ed i colori dei suoi abiti viravano più sul… marrone!

Niente panico, la situazione si sistemerà.

Facciamo un salto nel tempo fino al 1931. Anno in cui la Coca-Cola Company decide che è arrivato il momento di farsi strada anche tra riviste popolari.

Fu questa la ragione scatenante per cui Archie Lee, referente dell’agenzia per la D’Arcy Advertising Agency, capì che Babbo Natale aveva bisogno di un volto nuovo.

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Non più una figura quasi ” mitologica ” e severa bensì il simbolo di una festività ricca di gioia e buone azioni. Oltre ad essere il classico periodo in cui tutta la famiglia dovrebbe riunirsi davanti al focolare.

Così entra in azione il disegnatore Haddon Sundblom che ispirandosi ad una poesia di Clement Clark Moore ( ” Twas the Night Before Christmas “, se vogliamo proprio essere precisi fino al midollo!), ricrea esattamente delle raffigurazioni nettamente più simili a quelle che conosciamo oggi.

E’ qui che Rockwell ricoprirà un ruolo essenziale per lo sviluppo di un Babbo Natale nuovo di zecca.

Prima di concludere vorrei spendere qualche parola in più sul significato delle sue opere, aldilà del fatto che mi piace pensare che ogni artista mette qualcosa di sé e tuttavia al tempo stesso permette ad altri individui di trovare qualcosa di se stessi o semplicemente attribuirvi un significato differente.

Qualcosa che sembra essere stato creato apposta per loro, qualcosa che racconti il loro frammento di vita. Sia di felicità o dolore.

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Norman Rockwell, un artista appartenuto al filone del realismo romantico, viene descritto come un uomo piuttosto esile che fin da ragazzino è costretto a fare i conti con scarpe correttive ed occhiali da vista (ci tengo a specificare che riporto solo un fatto, questo non rappresenta il mio punto di vista.)

Uno dei principali motivi che lo spinsero ad approfondire le sue spiccate doti artistiche.

Non è una casualità se nelle sue opere ricorrono spesso bambini vivaci e monelli, sempre pronti a combinare guai. Alla ricerca di quelle piccole cose che li rendono tanto felici.

Attimi d’affetto incondizionato e momenti di vita familiare, dove sentirsi protetti e trovare ristoro.

Insomma se Babbo Natale esistesse davvero, ne avrebbe proprio tante da raccontare sul suo conto!

 

 

Risotto alla milanese... in versione natalizia! 02

 

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):

  • 250 gr di riso Carnaroli
  • 1 scalogno
  • 40 gr di burro
  • 1,5 lt di brodo vegetale
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • pistilli di zafferano (se possibile altrimenti 1 bustina di zafferano)
  • sale e pepe q.b.

PER MANTECARE:

  • 3 – 4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 40 gr di burro

PER DECORARE:

  • bacche di goji q.b.

PREPARAZIONE:

Iniziamo con una procedura classica per il risotto ovvero sciogliere il burro e far appassire lo scalogno tritato finemente in un tegame.

A questo punto tostate il riso aggiungendo subito il sale.

Non appena risulterà ben caldo, versatevi il vino e lasciatelo sfumare.

Ora passate al brodo bagnando i chicchi quel tanto che basta a ricoprirli e lasciate sobbollire il tutto.

Dopo qualche minuto aggiungete lo zafferano e mescolate per scioglierlo.

Man mano che il brodo si asciuga, versatene un altro pò ricordandovi di muovere delicatamente la pentola in modo da non rompere i chicchi di riso.

Continuate così fino ad esaurimento (il vostro) e la fine della cottura del risotto!

Ora mantecate il riso con burro e parmigiano e lasciatelo riposare per un minuto scarso.

Infine dedichiamoci alla difficile arte dell’onda (no, nessuna spiegazione trascendentale, il movimento che dovrà fare il riso è quello di un’onda)!

Dovrete fare dei movimenti secchi e fermi senza alzare la pentola, spingendo la pentola e poi ritirandola piano verso di voi.

Per la versione natalizia dovrete (ahimé) lasciarlo intiepidire un pò prima di prendere degli stampi dalla forma di un albero di Natale, riempirli all’interno con del riso quindi estrarre la forma ed il gioco è fatto (nel piatto ovviamente).

Completate con delle bacche di goji e servite subito.

PS: perdonatemi per la foto poco invitante ma quando si fanno le cose di fretta, va a finire così. Vedrò di rifarlo presto e mostrare qualcosa di meglio! 😉

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