Tornando sul filone Cardiopoetica.
Era da un pò che non li tiravo in ballo ma durante questa giornata gira così! 😉
<< È una serata qualunque. Lui esce con i suoi amici. Lei esce con le sue amiche. Ma lui non è ancora “lui” e lei non è ancora “lei”. È il paradiso terrestre e molto è ancora da fare, i nomi sono tutti da assegnare. Per lui è un qualunque giovedì sera, per lei anche. Lui viene da una vita. Anche lei viene da una vita. Si sono incrociati tantissime volte, insomma la solita vecchia storia: la lettera sulla mensola, in bella vista. Lui sta parlando con i suoi amici di alcuni libri che ha letto recentemente, ma anche della società, e sta programmando che a breve farà un corso per assaggiatori di vino. “Degustatori”, lo corregge l’amico a fianco. “Sì, deve essere stato il 25!”, sta dicendo quello di fronte. “Posso scroccarti una sigaretta?”, chiede lui all’amico. Sì, sono tutti intorno a un tavolo, e le pareti chiudono il locale. Il freddo è arrivato, adesso conviene stare dentro. Lui che non è ancora lui ringrazia l’amico. Ha un piano. È incredibile la rapidità con la quale si mettono su dei piani tanto semplici, dopo devastazioni e bombardamenti. Il dopoguerra è ricostruzione. Come previsto, lei esce fuori con una sua amica a fumare. Questo è il raro verificarsi del previsto. Lui esce fuori pochi istanti dopo, si guarda attorno, è una delle prime serate d’inverno. Finge di cercare l’accendino nelle proprie tasche, e il resto potete immaginarlo. Da copione. Sì. Nessun aggettivo, nessuna enfatizzazione letteraria. No, tutto banalissimo, quindi: perfetto. Lui fa qualche passo: “Hai da accendere?” Lei fa sì, gli presta l’accendino. Ora lei diventa lei, e lui diventa lui. Di lei lo ha attratto il giubbotto in pelle che indossa. E il fatto che lei sia…beh!
Non sappiamo se si parleranno ancora, oppure no. Se si conosceranno, oppure si diranno ciao. Se un giorno arriveranno a trattarsi da perfetti sconosciuti, oppure si tireranno addosso male parole, graffi e baci. Questo non ci è dato saperlo. La telecamera si solleva sulle loro teste, le loro teste diventano una strada, e la strada una serie di lampioni in una città, in un continente e alla fine di tutto questo lunghissimo campo, le luci della sala si accenderanno, ed ecco era un film. Oppure il film siete voi, ed io il crudele regista. O ancora, non c’è nessun film, nessun regista, ma solo una serie di storie disordinate e senza senso.
Ad essere sinceri, sono stanco di indagare. Guardo l’orologio. Non vi dirò che è “tardi”. Tardi è una definizione che si applica soltanto alle vite delle occasioni mancate.
Qualcuno ha una sigaretta? >>
INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):
- 180 gr di farina 00
- 100 gr farina di nocciole
- 2 uova
- 120 gr di miele al timo
- 100 gr di fiocchi d’avena
- 2oo gr di yogurt bianco
- 120 ml di olio di riso (o 100 gr di burro)
- 10 gr di lievito per dolci
- ½ cucchiaino di cannella in polvere, zenzero e chiodi di garofano
- 1 cucchiaino raso di bicarbonato
PREPARAZIONE:
Setacciate e mescolate le farine con il lievito, il bicarbonato e le spezie.
Sbattete le uova con l’olio ed il miele (o il burro fuso) fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Amalgamate i fiocchi d’avena e lo yogurt quindi unite il tutto al composto di uova.
Riunite in un’unica terrina gli ingredienti secchi insieme a quelli umidi e lavorate bene l’impasto.
Imburrate ed infarinate dei pirottini in alluminio e riempiteli per metà con il composto ottenuto.
Infornate a 180° per circa 20 minuti.
Piccole varianti:
Se non gradite sentire pezzetti di fiocchi d’avena potete ridurli in polvere.
Per quel che riguarda il miele, per un sapore meno deciso vi basterà utilizzarne 60 gr al timo e 60 gr d’acacia. Ma consiglio in ogni caso di fare la prova assaggio per capire se preferite mantenervi su un gusto classico! 😉