Dentro una ragione

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Elliana Esquivel

A te,

Che sei giudice e condanna,

Matrice del tuo stesso tormento.

A te,

Che a volte il silenzio è la più dolce melodia

E altrettante volte è come la ragazza dai capelli color sole, incapace di sopportarne

Anche solo una goccia.

A te,

Che ogni cosa si fa gioia e poi noia.

A te,

Alla ricerca del tuo giorno diverso.

A te,

Che sei condanna in una notte senza respiro.

Non trovi pace dentro tutte le cose che taci.

Hai l’ardire di scegliere parole più grandi di te, ma poi, di cosa sei davvero capace?

A te,

Che non è mai abbastanza.

C’è di meglio, c’è di più.

Sei l’alta marea dentro un giorno fatto di bellezza,

Il mostro sotto al letto che non sa più spaventare,

Il ricordo di un giorno bellissimo.

Sei l’inquieto vivere di tutte le domande cercate,

Le risposte arrivate,

Le domande, poi, dimenticate.

Sei un giorno senza tempo dentro la tempesta.

Un arcobaleno che alla fine incespica.

Sei dentro tutto quello che hai dimenticato.

Sei dentro un momento che se n’è andato.

A te,

Voglia di essere dappertutto e poi sparire.

A te,

Che vorresti spezzare i confini.

A te,

Che affronti i respiri un giorno alla volta,

Perché tutti insieme non puoi,

Son troppi.

A te,

Che odi il sentito dire.

A te,

Che un pensiero malizioso ha senso d’esistere solo nel momento in cui è condiviso.

A te,

nutrice di un periodo sbagliato.

Il quale non sai mai quando inizia e quando vedi la sua fine.

A te,

In perenne “overthinking”,

ti direbbero.

Come si fa a smettere di pensare?

Quando il pensiero tace?

Non lo so.

Ci riesce solamente quando il grido di cento iene si spegne?

No.

Diventa semplice solo quando ciò che vuoi stringere trova il modo di farsi raggiungere.

Perché se un leone in gabbia sogna di rompere le sue sbarre,

Tu sogni di attraversare i confini.

A te,

Che sei terra di nessuno

E moto

Di tutto quello che

Stai provando ad aggiustare

(Dentro una realtà che si prende a sberle).

Come te.

Perché a volte

Vorresti non essere il buio

Del tuo stesso divenire.

A te,

A quel tuo maledetto eterno sentire

I sospiri del mondo.

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