Feta saganaki

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Se penso al grande schermo considero questo 2015, fatto di pellicole, un po’ deludente.

Per me andare al cinema è una cosa sacra.

Prima di tutto bisogna avere lo stato d’animo giusto così se vai a vedere qualcosa di estremamente triste, che persino la iena ridens inizia a piangere a dirotto, non corri il rischio di trasformarti in Giacomo Leopardi.

No, sul serio. Se vai a vedere un film e sei di cattivo umore anziché rilassarti ti prende ancora più male!

Per il resto la combinazione perfetta consiste nel classico “pochi ma buoni”… a meno che la tua comitiva non sia composta da mimi.

È più forte di me, odio cordialmente la gente che parla mentre guardi un film.

Che ci vai a fare sennò?

Tanto valeva prendersi un birra da qualche parte e chiacchierare a ruota libera!

Il podio però se lo guadagnano i bambini che prendono a calci i sedili in scientifica, quasi meglio di quelle poltrone vibranti che tecnicamente dovrebbero far rilassare (?!?), ma anche quelli che non sanno staccarsi dal cellulare nemmeno un secondo non scherzano.

Mitici, in tutta la sala v’illuminate d’immenso!

Tra sprazzi di tenerezza e ironia spicciola, ci tenevo a spendere due parole sulla figura di un regista. Anzi un vero e proprio maestro dell’horror: Wes Craven.

I buoni vecchi film di una volta restano sempre i migliori, non c’è storia.

Purtroppo sono venuta a conoscenza di una brutta notizia.

Craven, che aveva 76 anni e un cancro, ha lasciato questo mondo; il modo migliore per ricordarlo è attraverso i suoi grandi (e spaventosi) successi.

«Uno, due, Freddy viene per te,

tre, quattro, meglio chiudere la porta

cinque, sei, il crocifisso tieni stretto,

sette, otto, rimarrai sveglio fino a tardi,

nove, dieci, non dormirai mai più!»

Nightmare, epica serie incentrata sul personaggio di Freddy Krueger.

Ve lo ricordate?

Alto alto, brutto, con una maglietta a strisce rosse e nere e un paio d’artigli da fare invidia a Rihanna. Quella era l’inquietante cantilena che lo riportava indietro dall’inferno per permettergli di entrare nei sogni delle persone e trasformarli in incubi senza risveglio.

Se pensate che stia vaneggiando provate a sintonizzarvi sulla stessa frequenza di Freddy!

E Scream, ne vogliamo parlare?

Craven si porta a casa ben 4 episodi che raccontano i crimini di un folle serial killer (liberamente ispirato a Danny Rolling) travestito con un costume nero di Halloween.

La trama è davvero ben studiata e una donna, Sidney Prescott, è la vittima di quest’incessante incubo (per restare in tema).

Questo non solo rivoluziona il genere “slasher “, termine proveniente da “to slash” che indica l’atto di ferire con un’arma piuttosto affilata.

In sintesi, troviamo sempre un assassino fuori di testa che tenta di far fuori un gruppo di poveri malcapitati.

Il nostro amato regista però si era avvicinato anche al genere drammatico e thriller.

Per non parlare del fatto che l’aveva vista lunga.

Nel primo episodio della saga Nightmare esordì sul set un attore che non avremmo più dimenticato: Johnny Depp.

Una salita lunga e faticosa verso la strada del successo ma Wes Craven è stata la dimostrazione vivente che se hai un talento e lavori sodo, puoi arrivare molto lontano.

Ciao Wes,

grazie per aver disturbato i nostri sogni più lieti!

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE)

  • 600 gr di feta
  • 2 uova
  • 100 gr di farina 00
  • 1 cucchiaino di origano secco
  • sale e pepe q.b.
  • olio evo q.b.

PREPARAZIONE

Tagliate delicatamente il formaggio nel senso della larghezza per ottenere 4 – 5 rettangoli).

Sbattete le uova con l’origano, una presa di sale e una spolverata di pepe.

Passate i pezzetti di feta nell’uovo e poi nella farina.

In una padella scaldate abbondante olio evo e friggete la feta impanata per pochi minuti per lato fino a doratura.

Io l’ho voluto arricchire ulteriormente con una manciata di prezzemolo tritato e una spruzzata di succo di limone.

Piccola curiosità

Questa ricetta prende il nome da una padella nella quale solitamente viene cotto un formaggio chiamato “graviera”.

Potete trovarne anche altri come il kasseri, il kefalograviera, l’halloumi e il kefalotyri.

Questa ricetta è un riadattamento per restare in tema con la cucina greca.  😉 

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