Zuppa inglese di Pellegrino Artusi

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Potrebbe trattarsi di un film, un libro o un telefilm, una frase vista sul web, una poesia, il pensiero di qualcuno.

Può trovarsi ovunque, qualcosa che descriva esattamente la vostra storia o cosa provate.

A me è capitato guardando Californication, lui è un affermato scrittore con il vizio di alzare il gomito e amante delle belle donne ma è innamorato di una soltanto.

La madre di sua figlia.

Lei è un architetto, splendida donna dal carattere forte. Consapevole dei ” limiti ” del suo ex compagno.

Una storia complicata che dopo pochi alti e tantissimi bassi, incontra un lieto fine.

Beh, mi ricorda molto la mia.

Io e lui ci conosciamo ormai da circa 9 anni e tutto è iniziato per caso.

Una sera del 2007 ho scritto un pensiero un pò amareggiata dopo una disastrosa storia durata pochi mesi, forse non dovrei neanche definirla tale.

Lui mi risponde cercando di dare un attimo di pace alle mie ferite, un momento di conforto da un perfetto sconosciuto.

All’epoca non esisteva ancora Facebook, si trattava di una sottospecie di social di cui adesso non ricordo bene neanche il nome.

Fatto sta che continuiamo a chattare, gli racconto la storia della mia vita o giù di lì. In fondo è soltanto una persona che nemmeno conosco, non ha molta importanza cosa potrebbe pensare di me.

Ci siamo scambiati pure i numeri di cell e ricordo che di tanto in tanto quando non aveva soldi, mi mandava messaggi da qualche cabina telefonica.

Mi divertiva questo suo imprevedibile modo di fare, quel suo ” mi va di esserci in un modo o nell’altro “.

Pochi mesi dopo ci siamo incontrati, fu un disastro quella volta.

Era Maggio e c’era un bel sole caldo, così siamo andati al mare.

Colazione con una pessima granita e brioche, io che rompo involontariamente i suoi occhiali preferiti in spiaggia, il pezzo di sopra del bikini che si slaccia mostrando ciò che non doveva (meno male che ci trovavamo dentro l’acqua), lui che ha una reazione a causa di quest’imprevisto.

Ad un certo punto mi dice di avere mal di stomaco, impresa titanica trovare un bar aperto nel primo pomeriggio di una domenica.

Lo trova ed è piuttosto lunga la cosa.

Io mi brucio appoggiando inavvertitamente una gamba sulla marmitta rovente del suo motorino.

In seguito ho scoperto che quando ha un’erezione e si ” trattiene ” troppo inizia ad avere un insopportabile dolore al basso ventre, niente di scandaloso. E’ la natura e quella volta si comportò da gentiluomo.

Dopo una giornata così, non credevo di rivederlo.

Oltre al fatto che mi sembrava un possibile buon amico ma di certo non qualcuno a cui mi sarei mai voluta legare.

Invece quello stesso pomeriggio, mi arriva un suo messaggio nel quale mi chiede se mi va l’idea di rivederci. Magari per un film.

La seconda volta è andata meglio e l’ho visto sotto un’altra luce. Camicia scura, un sorriso bellissimo e quello sguardo che racconta di tanta sofferenza.

Quella sera ci siamo baciati, non al cinema. Sullo scivolo di un parco.

Il resto è storia. Una storia che ufficialmente inizia con 3 mesi di frequentazione e 3 anni d’amore e di odio.

Ma non ufficialmente non sono certa che sia mai terminata.

E’ stato doloroso per entrambi quando ci siamo lasciati, lui era sceso da Roma (si trovava lì per motivi di lavoro ma non era un viaggio a lungo termine) e avevamo passato 3 giorni insieme.

Poi per un pò non ci siamo rivisti.

Solo adesso, scrivendo tutto questo, mi accorgo che questa cifra ricorre spesso. Coincidenze, non mi viene in mente niente da dire a riguardo.

Non molto tempo dopo, ci ritroviamo. Non casualmente, volutamente.

Beh, a dire il vero non sapevo mai come comportarmi ed era lui a rispuntare una o due volte l’anno. 

Come vecchi amici, si parlava delle nostre vite e senza volerlo, quasi sempre le nostre labbra si toccavano ancora nonostante non avevano più lo stesso sapore di un tempo.

In questi incontri occasionali non sono mancati nemmeno i casini.

Solo molti anni più tardi ho anche scoperto di essere stata la prima ragazza con cui ha fatti l’amore. Avrei voluto saperlo quando si stava per creare quel ricordo ma l’ho perdonato per questo e sono felice di averlo saputo.

Ancora oggi, se ci penso mi viene da sorridere.

Questo rapporto inusuale è andato avanti così fino ad un paio d’anni fa.

Non ci siamo più sentiti nè visti per quasi un annetto ed io credevo che ormai si fosse consumata qualsiasi cosa, persino le parole. Era giunto il momento di lasciarsi andare, anche perché il mio cuore finalmente aveva smesso di fare le capriole ogni volta che si trovava al suo fianco.

Invece un annetto fa, passata l’estate ci siamo ritrovati.

Io ero tranquilla, gli ho sempre voluto bene a prescindere da tutto e gliene vorrò sempre, forse anche qualcosa di più.

Ma non è scoccata più nessuna scintilla. O almeno così credevo, ci credevo con assoluta certezza.

Durante una piacevole passeggiata tra risate e chiacchere sulle nostre vite, lui se ne esce chiedendomi se mi andava di frequentarci più spesso dal momento che non abbiamo nessuna relazione per ora.

Beh, la fiamma si è riaccesa e a quanto pare anche la sua.

Non so dirvi se in questo racconto esiste un lieto fine, so soltanto che lui mi rimprovera sempre che non mi faccio sentire quasi mai e che non gli sembra carino aspettare una, due, tre settimane prima di rivederci.

Lui incontra tante donne, io altrettanti uomini. Ma nessuno dei due ha voglia di stringere tra le braccia nessun’altro.

Forse non è amore, ma qualunque cosa sia mi piace un sacco il modo in cui mi guarda, i piccoli gesti che faceva un tempo. Quelli che dicono ” mi prendo cura di te “. Quando si comporta da stupido soltanto per vedermi ridere.

Non so cosa succederà domani, ma oggi amo sapere che lui c’è.

Avevo voglia di raccontare questa storia (sperando di non averlo già fatto) perché stavo pensando a lui ed inevitabilmente il mio sguardo brilla un pò di più.

Accidenti a te e a quel tuo sorriso che dopo tanti anni e svariate cicatrici resta ancora il più dolce, per me.

Ed a quella serie tv, dove le vicissitudini di Hank e Karen, raccontano tante sfumature di quel che eravamo noi.

 

Zuppa inglese di Pellegrino Artusi 02

 

INGREDIENTI (PER 4 PERSONE):

  • Latte, decilitri 5.
  • Zucchero, grammi 85.
  • Amido di mais, grammi 40.
  • Rossi d’uovo, n. 4.
  • Odore di vaniglia. (ovvero 1 baccello di vaniglia) 

PER LA CREMA AL CIOCCOLATO*:

  • 300 ml di latte intero
  • 1 cucchiaio di farina 00
  • 30 gr di zucchero
  • 2 cucchiai di cacao amaro

INOLTRE:

  • 130 gr di savoiardi
  • confettura di albicocche (o pesche) q.b.
  • alchermes q.b.

*Nella ricetta originale non è prevista quindi se volete potete anche ometterla.

PREPARAZIONE:

Versate il latte in un pentolino e ponetelo sul fuoco con il baccello di vaniglia inciso per lungo.

Lavorate il tuorli con lo zucchero con l’aiuto di una frusta fino ad avere un composto chiaro e omogeneo.

Incorporate anche l’amido setacciato ma senza mescolare.

Non appena il latte sfiora il bollore, eliminate la vaniglia ed aggiungete il composto di uova.

Rimettete nuovamente sul fuoco a fiamma dolce e mescolate per circa 1 minuto.

Avendo una particolare cura per quest’ultimo passaggio poiché, come ci fa notare Artusi, se il composto scalda troppo è necessario toglierlo dal fornello per non rischiare di far impazzire la crema.

Una volta pronta sistematela in un contenitore e lasciatela intiepidire coperta con della pellicola.

Per la crema al cioccolato mescolate gli ingredienti secchi (farina, zucchero e cacao) e versateli nel latte precedentemente scaldato.

Ponete il tutto sul fuoco e sempre mescolando, lasciate addensare la crema.

Ora non vi resta che assemblare il dolce: imburrate uno stampo (rotondo, rettangolare o di qualsiasi altra forma :mrgreen: o ancora utilizzando dei bicchieri) e cospargete il fondo con della confettura.

Proseguite con uno strato di crema pasticcera, i savoiardi imbevuti nell’alchermes (devono ” sfiorarlo ” il liquore e non essere immersi, per non rischiare di ritrovarsi una pappetta!) ed infine la crema al cioccolato.

Componete un altro strato a partire dai savoiardi e via discorrendo con gli altri ingredienti.

Io ho voluto ultimarlo con del cioccolato fondente grattugiato e qualche pezzetto tritato grossolanamente.

 

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