Graffe di Carnevale

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La moda del virale sembra non veder mai arrivare l’ombra del declino!

Tutto quello che riesce a strappare una risata, rispecchiare uno stato d’animo e/o una scuola di pensiero, risulta assai più appetibile agli occhi del “pubblico”.

Ne avevo già parlato tempo fa, ma riprendendo l’argomento ne approfitto per metterlo accanto a quello della maternità.

Per quel che mi riguarda faccio parte di quella schiera di donne che non sente la chiamata dell’orologio biologico. Non mi sento nemmeno tagliata per fare la mamma e non rispecchia i miei desideri (attuali o futuri)!

Lungi da me scatenare le ire delle mamme, d’altro canto alla mia dovrebbero fare una statua d’oro per la pazienza che ha. 

Comunque sia una settimana fa su Facebook è comparsa l’ennesima sfida che chiama a rapporto il popolo del web.

La Motherhood Challenge – sfida della maternità – consiste nel pubblicare una sequela di scatti che possano testimoniare la meravigliosa esperienza di diventare madre. In seguito bisognerà lanciare la sfida ad altre mamme.

Attenzione però, perché questo onore spetta solo ai genitori esemplari.

Ovviamente celebrità (e non) si sono ampiamente pronunciate, dichiarando che questo fenomeno banalizza la maternità e trasforma un momento così intimo in un evento di massa.

Beh, di base non sopporto le ostentazioni. Sia che venga esibito un diamante da venti carati, sia che si tratti di una foto in cui è presente una tizia con un sorriso forzatissimo mentre culla suo figlio.

Insomma un ricordo è una cosa molto dolce, il metter(si) in mostra no.

A tal proposito è stata molto ironica la risposta di Ellie Taylor (comica britannica, attrice e tanto altro), che ha avuto la prontezza di spirito di pubblicare una serie di scatti nei quali mostrava la gioia di non essere madre.

«Non-sfida della maternità: ho nominato me stessa per postare cinque foto che mi rendono felice di essere una ‘non-mamma’», ha dichiarato la Taylor.

Il post ha raggiunto circa 120 mila like e scommetto che lì in mezzo ci saranno state molte mamme che hanno preso la cosa con altrettanta ironia!

Ogni tanto non prendetevi troppo sul serio.

In fondo a Carnevale questo consiglio vale. 😉

INGREDIENTI (PER CIRCA 15 PEZZI)

  • 500 g di farina forte (tipo manitoba)
  • 3 uova medie
  • 80 g di zucchero
  • 200 g di patate
  • 100 ml di latte intero
  • 100 g di burro
  • 15 g di lievito di birra
  • scorza grattugiata di 1 limone
  • 8 g di sale

INOLTRE

  • olio di semi di arachide q.b.
  • zucchero semolato q.b.

PREPARAZIONE

Intiepidite il latte in un pentolino e versatelo in una terrina, nella quale aggiungerete anche il lievito sbriciolato.

Mescolate con un cucchiaio fino a dissolvere anche l’ultima molecola di lievito!

Unite a pioggia 90 g di farina setacciata, amalgamate il composto per ottenere una pastella priva di grumi e omogenea e lasciate lievitare per circa 40 minuti in un luogo caldo.

Nell’attesa mettete a bollire le patate in acqua salata bollente e tirate fuori il burro poiché servirà ammorbidito.

Trascorso il tempo di riposo richiesto riprendete il poolish e trasferitelo nel contenitore della planetaria con l’apposito gancio, avviatela a bassa velocità e man mano unite le uova (una alla volta), 300 g di farina setacciata e lo zucchero.

Come dico sempre, potete anche armarvi di tanta pazienza ed eseguire l’antica arte dell’incordatura a mano.

Non appena l’impasto risulta leggermente incordato, unite le patate schiacciate a temperatura ambiente, il burro e la scorza del limone grattugiato.

Continuate a incordare il tutto e di tanto in tanto capovolgete l’impasto, aggiungendo anche il sale.

Dopo circa 20 minuti dovrebbe risultare elastico nonché pronto per essere coperto e lasciato a lievitare per un paio d’ore.

A questo punto infarinate il vostro piano di lavoro e rovesciatevi l’impasto quindi procedete con le pieghe di tipo 2.

Lasciate riposare il panetto – con le pieghe rivolte verso il basso – per un’altra ora (coperto con la ciotola).

Passato quest’ulteriore tempo dividete l’impasto in tante porzioni da 60 g ciascuna, formate delle palline lisce, schiacciatele dolcemente e praticate un foro al centro con un dito infarinato.

Disponeteli di volta in volta su dei ritagli quadrati di carta forno, coprite la pasta con della pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio (ergo un’altra ora) in un luogo asciutto.

Infine scaldate abbondante olio di semi in una casseruola e con un termometro da cucina verificate che arrivi alla temperatura di 170°.

Immergete poche graffe alla volta (con tutta la carta, poco dopo le potrete rimuovere senza difficoltà) e lasciatele cuocere da entrambi i lati fino a doratura.

Ultimate le vostre creature ancora calde trasferendole dalla carta da cucina allo zucchero semolato.

Un bel tuffo da una parte all’altra e buona degustazione!

Se non le consumate tutte in un battibaleno, riponetele in un contenitore con tanto di coperchio, si manterranno sofficissime come la prima volta in cui vi siete incontrati.

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