Pancarré alla rucola

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Ekocycle.

Eko… eko che? È una nuova strampalata tendenza?!?

Appare estremamente assurdo – quanto beffardo – mettere la Coca-Cola accanto alla green economy, eppure è successo.

A quanto pare l’azienda più famosa del globo ed il rapper statunitense will.i.am hanno riunito le forze (e non solo) per lanciare sul mercato un’idea che rispetta il più possibile l’ambiente.

La Ekocycle, infatti, altro non rappresenta se non un brand fatto su misura per i consumatori che vogliono avvicinarsi all’arte del riciclo, alla sua importanza e si pone l’obiettivo di “trasformarlo” in  una parte irrinunciabile della nostra quotidianità.

Io stessa – nel modesto tentativo di fare la mia parte,oltre ad avere sempre una gran voglia di dirne quattro a chi lancia le cose in mezzo alla strada, fregandosene di tutto e di tutti – accumulo montagne di spazzatura (accuratamente differenziata).

Tanto che se volessi affacciarmi al balcone avrei bisogno di una scala… questo finché non mi decido a buttarle!

Ad ogni modo, dicevo…

Alla Ekocycle basta davvero poco: le bottiglie di plastica vuote assumono nuova vita diventando vestiti, auricolari, roba tecnologica di vario genere e così via.

Un design fresco e di tendenza per puntare dritto al cuore dei più giovani, ribaltando (concretamente?!) anche l’impostazione attuale su cui si basa il mercato.

Bello, sensazionale, pazzesco…

Ho soltanto una domanda.

L’idea è senza dubbio molto interessante e – cosa ancor più importante – utile, ma se questi collaborano con i marchi più influenti o quelli che sono nati da poco, e sostengono delle spese in cui debbono pure rientrare… quanto cavolo ci verrebbe a costare un paio di jeans, ad esempio?

Credo che dovrebbero avere un occhio di riguardo anche per il portafoglio del povero consumatore.

I soldi sò sempre verdi, no? 😀

Un messaggio positivo ma che, ahimè, potrebbe risultare non accessibile a tutti.

E voi cosa ne pensate, abbracciate uno stile di vita “eco-friendly”?

Pancarrè alla rucola 02

INGREDIENTI (PER 6 PERSONE)

  • 500 g di farina 0 (per pizza)
  • 150 g di rucola
  • 250 ml di latte intero
  • 70 g di burro
  • 20 g di strutto (o 25 g di burro)
  • 5 g di lievito di birra
  • 10 g di sale
  • 1 cucchiaino lecitina di soia (facoltativo)
  • 50 ml di acqua

PREPARAZIONE

Sciogliete il lievito nel latte tiepido, unite 230 g di farina, amalgamate bene e lasciate lievitare il composto (coperto) per circa 2 ore a 26°.

Se utilizzate anche la lecitina, riducetela in polvere, stemperatela in acqua tiepida e tenete da parte.

Private la rucola dei gambi per poi tritarli in un mixer (se riscontrate qualche difficoltà, aggiungete pochissimo latte).

Trascorso questo tempo formate la fatidica fontana con la farina rimasta, ponete al centro il poolish (ossia il composto di latte, farina e lievito), la rucola e la lecitina.

Cominciate a lavorare il tutto per circa 5 minuti, fino ad ottenere un panetto omogeneo.

Sciogliete il burro in un pentolino e lasciatelo intiepidire prima di unirlo all’impasto.

Lavorate la massa per almeno 15 minuti o fino a incordatura.

Aggiungete il burro per ultimo e continuate ad impastare battendo spesso e con vigore l’impasto finché non risulterà abbastanza lucido ed elastico.

Per chi, invece, utilizza l’impastatrice può seguire le istruzioni che ho “sgamato” dal blog Profumo di lievito di Adriano):

Aggiungiamo nella ciotola 50 ml di latte, la lecitina e la farina, riservandone una manciata, avviamo la macchina a vel 1.

Quando la massa è compatta, ma non ancora incordata, inseriamo il burro fuso freddo a filo insieme al sale e, all’assorbimento, anche la farina rimanente.

Portiamo la velocità a 1,5 e incordiamo, dopodiché inseriamo a bassa velocità sia il burro restante che lo strutto. Lavoriamo l’impasto a velocità sostenuta finché la massa non diventa elastica e semi lucida.

Lasciate riposare per 30 minuti.

Riprendete l’impasto e adagiatelo sul vostro piano di lavoro, appiattitelo leggermente con le mani – dandogli una forma quadrata – quindi procedete con le pieghe di tipo 1.

Coprite a campana (semplicemente mettendo la ciotola all’ingiù) e lasciate lievitare il tutto per altre 2 ore, sempre a 26°.

Passato questo tempo riprendete l’impasto e senza lavorarlo (o stringerlo troppo) formate una palla. Ricopritelo nuovamente e lasciatelo riposare per altri 15 minuti.

Nel frattempo imburrate e infarinate uno stampo da plumcake.

Appiattite con le mani l’impasto e avvolgetelo su se stesso come per formare una baguette.

Trascorsi 10 minuti, allungatelo fino ad avere un “cordone” lungo il triplo rispetto allo stampo, piegatelo in due e poi avvolgetelo formando una treccia piuttosto spessa (io ho omesso l’intreccio).

Ponetelo nello stampo e spennellate la superficie con poco latte.

Lasciatelo riposare per altre 2 ore a 26°.

A questo punto infornate il pancarré a 200° – con vapore – per 10 minuti. Poi abbassate la temperatura a 180° e continuate la cottura per altri 30 minuti (eliminando l’acqua solo negli ultimi 5 minuti di cottura).

Importante! Avvolgete il pancarré in un canovaccio e lasciatelo raffreddare completamente prima di estrarlo dallo stampo.

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