Biscottini natalizi (senza glutine) al burro d’arachidi

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In Italia il burro d’arachidi riceve troppa poca attenzione.

Nessuno se lo fila di striscio o quasi.

Così ho deciso di rispolverare questa peccaminosa crema spalmabile e di stilare una corposa lista di curiosità, più o meno rilevanti, sull’argomento.

Dalle più classiche alle più incredibili, ecco in anteprima per voi il burro d’arachidi senza veli!

  • In ogni famiglia americana che si rispetti, è l’ingrediente per eccellenza da tenere in dispensa. Talmente apprezzato negli USA che esiste addirittura un sito web chiamato Peanut butter lovers dove potrete scoprire ogni ingrediente presente all’interno del celeberrimo burro d’arachidi. Troverete anche la loro produzione e ovviamente non possono mancare le ricette a lui riservate.

  • Un tempo le arachidi venivano utilizzate esclusivamente per il foraggio del bestiame. Solo molto tempo dopo si scoprì che era possibile ricavarne dell’olio o gustarle semplicemente come uno snack croccante.

  • Si dice che l’inventore di questa nutriente crema spalmabile probabilmente sia Ambrose Straub, un dottore di Saint Luis (Missouri). L’idea era quella di ottenere un valido sostituto alla carne (in quanto possiede un maggiore apporto proteico) per le famiglie meno facoltose. Si avvicinava la fine del XIX secolo.

  • Il termine scientifico è Arachis hypogaea, in riferimento alla sua particolare crescita e al conseguente sviluppo nel sottosuolo.

  • Sapevate che stimola anche la produzione del latte materno? In Cina, non a caso, non è inusuale vedere delle neo mamme intente a sgranocchiare noccioline.

  • In Italia, invece, il culto delle arachidi è poco diffuso. Infatti questo prodotto viene utilizzato quasi esclusivamente per la realizzazione dei dolci!

  • Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti d’America, è il più famoso proprietario e produttore della più vasta piantagione di arachidi a Plains (Georgia).

  •  Scommetto che non immaginereste mai che il burro d’arachidi rappresenta un ottimo alleato per gli sportivi e per chiunque cerchi una piccola fonte di benessere. Viene da sé che va consumato con parsimonia. Soprattutto bisogna scegliere un prodotto naturale, senza l’aggiunta di grassi, conservanti, zuccheri e sale (la scelta migliore resta sempre l’auto produzione).

  • Le prime coltivazioni di arachidi risalgono al lontano 1870, a Valenza (provincia di Alessandria) e, come avevo già accennato, crescono sotto terra! La pianta è un’annuale erbacea che non raggiunge dimensioni esponenziali (raggiunge tra i 30 e gli 80 cm di altezza).

  • In America esistono due tipologie di burro d’arachidi: smooth ovvero cremoso oppure crunchy che vuol dire croccante e fa riferimento ai pezzetti di noccioline contenute al suo interno.

  • Il 24 gennaio negli Stati Uniti si festeggia annualmente la giornata nazionale del burro d’arachidi. Usanza legata indiscutibilmente alla cultura americana; la prima crema con le arachidi tostate venne brevettata dal canadese Marcello Gilmore Edson, nel 1884. La realizzò grazie all’utilizzo di due superfici riscaldate, tra le quali inserì le arachidi spezzettate. Poi passò nelle mani del dottor John Harvey Kellogg che, nel 1895, creò un processo con il quale non era più necessario tostare i frutti. Infine il testimone passò al chimico Giuseppe Rosefield che, nel 1903, inventò un processo con il quale era possibile ottenere una crema omogenea evitando la dispersione dell’olio contenuto nell’alimento stesso.

  • “Dal letame nascono i fior, dai diamanti non nasce niente”, intonava de André. A quanto pare dalle arachidi invece nascono i diamanti! L’argomento è lungo e potete approfondirlo sull’interessante pagina di Focus: Diamanti creati a partire dal burro d’arachidi

  • Se vi piacciono gli abbinamenti insoliti non potete sottrarvi alla prova d’assaggio della birra al burro d’arachidi al cioccolato. Nel 2013 l’azienda DuClaw Brewing lanciò sul mercato la Sweet Baby Jesus. Curiosa sia la scelta degli ingredienti che il nome. Puristi, al mio tre, scatenate l’inferno!  😆

  • Ricco di fosforo, potassio, vitamine, calcio e via discorrendo, il burro d’arachidi bisogna gustarlo al meglio. Il modo più adatto, secondo gli statunitensi, è quello di prendere un sandwich, formato da due fette spesse di pane, e spalmare su un lato della marmellata di lamponi o di fragole e sull’altro la crema spalmabile.

  • Per completare in bellezza, ho scoperto che esiste un test per diagnosticare malattie come l’Alzheimer servendosi dell’olfatto. Per maggiori informazioni basta un click: Alzheimer, il test con il burro d’arachidi

INGREDIENTI (PER CIRCA 15-18 BISCOTTI)

  • 120 gr di farina di riso
  • 1 tuorlo
  • 80 gr di zucchero muscovado
  • 125 gr di burro di arachidi
  • 50 gr di cioccolato alla gianduia con pezzi di nocciole
  • 1 pizzico di sale

PREPARAZIONE

In una terrina mescolate la farina, lo zucchero e il burro d’arachidi.

Aggiungete il tuorlo leggermente battuto con il sale; tritate grossolanamente il cioccolato al coltello e lavorate brevemente il composto.

Lasciate riposare la frolla in frigo per circa 20 minuti.

Passato questo tempo spolverate leggermente il vostro piano di lavoro e tirate l’impasto con un mattarello fino ad arrivare a uno spessore di circa ½ cm.

Ritagliate la pasta con gli appositi stampi (a tema natalizio) e disponeteli su una teglia rivestita di carta forno.

Infornate a 180° per circa 10 -12 minuti.

Consiglio extra:

Se il vostro forno tende a cuocere “velocemente” non preriscaldatelo e tenete d’occhio i biscotti perché tendono ad abbrustolire altrettanto in fretta!  :mrgreen:

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